Doveva essere un murale dove si celebravano gli eroi antimafia, italiani e locali, in un territorio devastato dalla criminalità organizzata. È diventato motivo di scontro politico e strumentalizzazioni. Finisce nel caos il progetto dell’associazione a.Dna, finanziata dal Ministero Istruzione con 3.000 euro, patrocinata (e autorizzata) dal Municipio X di Roma e dall’azienda di trasporto Atac, per la realizzazione di un’opera di street-art sui muri della stazione Lido Nord di Ostia, sul litorale romano. Il murale era stato affidato all’artista romano Lucamaleonte, ma quando alcuni consiglieri municipali si sono accorti che questo divergeva dal progetto iniziale, è scoppiato il caos, che ha coinvolto anche la giornalista antimafia Federica Angeli, il cui volto alla fine è stato “rimosso”.

Cos’è accaduto? Nella proposta presentata al municipio e ad Atac dalla a.Dna, dal titolo “giovani cittadini Solidali del Municipio X di Roma per la Legalità“, si legge che “l’artista ha previsto di includere nell’opera i volti di personaggi universalmente riconoscibili come simbolo della lotta alla mafia e alle ingiustizie sociali (tra i quali Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Piersanti Mattarella, Giancarlo Siani e altri…), affiancati da ritratti di cittadini comuni, giovani studenti, bambini simbolo del futuro del territorio e della memoria tramandata alle nuove generazioni”. L’intera opera “sarà quindi un tributo alla cittadinanza attiva, alla memoria, alla lotta alla criminalità organizzata e alle ingiustizie sociali”. Passaggio fondamentale questo, interpretato alla lettera dai patrocinanti, che dunque si sarebbero aspettati la presenza dei personaggi nominati.

Durante la realizzazione, però, è accaduto qualcosa. Sul murale sono apparsi i volti di altri personaggi. La giornalista Federica Angeli, in primis, ma anche gli ex presidenti scomparsi Massimo Di Somma e Roberto Ribeca, il nuotatore Manuel Bortuzzo – rimasto sulla sedie a rotelle vittima incolpevole di una sparatoria – il maestro Domenico Fonti e Gianni Sepe direttore e fondatore del Giornale di Ostia. Ma di Falcone, Borsellino e gli altri nemmeno l’ombra. “Nella presentazione del progetto si evince chiaramente che si tratta di nomi esemplificativi, ma che poi l’elenco finale si sarebbe dovuto concordare con gli studenti coinvolti nel progetto”, afferma a IlFattoQuotidiano.it Mirko Pierri, presidente di a.Dna. Cosa dice davvero il progetto? Si legge: “Nella bozza preliminare di Lucamaleonte, allegata di seguito, i ritratti già presenti sono soltanto dei modelli dimostrativi e ripetuti più volte per mostrare la composizione dell’opera, la scala cromatica e la contestualizzazione architettonica”. Ma il rendering allegato conteneva dei volti generici, non comprendenti quelli elencati prima.

Fatto sta che dopo il 10 luglio sono iniziati a comparire i bozzetti del murale, con i personaggi che prendevano forma totalmente diversi da quelli attesi. E solo il 15 luglio, alle 17.28, è arrivata in municipio l’email con l’elenco dei volti. “Ma così facciamo solo il pantheon della sinistra“, avrebbe detto il consigliere pentastellato Antonio Di Giovanni, scatenando il caos, cavalcato anche da Casapound, cui la giornalista Angeli da tempo denuncia con determinazione la presunta vicinanza al clan Spada. Municipio e associazione concordano così di modificare il murale: restano solo i volti dei morti, via quelli dei viventi. Fra cui Angeli, che su Twitter denuncia la censura e ringrazia pubblicamente chi ha avviato una petizione in suo favore.

L’opera è completamente rovinata. Lucamaleonte disegna delle foglie al posto dei volti rimossi e la disconosce, il leader locale di Cpi, Luca Marsella, si fa una foto davanti al murale con un cespo di insalata, insulta Angeli e poi attacca sul muro uno striscione con scritto “Parlateci di Bibbiano“. Nella bufera il M5S, che viene accusato di censura. “Io non ho niente contro Federica Angeli, anzi di quelli rappresentanti in quel murale era l’unico personaggio davvero antimafia”, si difende il consigliere Di Giovanni a IlFattoQuotidiano.it. “La frase sul pantheon della sinistra? E’ stato decontestaulizzato. Non volevo, come sta accadendo, che venisse utilizzato da Casapound per creare disordini nel quartiere, per questo avevo chiesto di spostarlo a Lido Centro“. E comunque, “cosa c’entrano ottimi amministratori locali del passato con la battaglia per la legalità? Dove sono finiti Falcone e Borsellino?”. L’artista Lucamaleonte, contattato via sms, preferisce non rispondere: “La vicenda mi ha molto coinvolto emotivamente e preferisco non rilasciare dichiarazioni per non alimentare altre discussioni“.

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