Finestre rotte, crepe e danni alle facciate. Se non è facile la vita attorno al maxi-cantiere per la demolizione e ricostruzione del Ponte Morandi, sono tutto sommato limitati i danni causati dall’implosione controllata con la quale le 50mila tonnellate rimaste in piedi sono venute giù con la dinamite lo scorso 28 giugno. Sono quattro, a oggi, le richieste di risarcimento ufficiali arrivate alla struttura commissariale, che si riserva di analizzarle singolarmente, sebbene l’ATI demolitori tenda a escludere danni ‘da vibrazioni’. Più plausibili invece i danni da ‘proiezione’, cioè quelli causati dalle ‘schegge’ di cemento armato che a seguito dell’esplosione si sono schiantate sulle facciate dei palazzi dell’area di via del Campasso e via Spaventa.
Mentre i lavori procedono per liberare dai detriti il terreno dove sorgeranno le nuove pile del ponte, tra i palazzi abbattuti di via Porro si alzano le polveri che avvolgono le case ancora abitate a pochi passi dal cantiere: “I mezzi di lavoro entrano ed escono senza lavare le ruote, non sempre i detriti vengono bagnati e l’aria diventa irrespirabile” denunciano gli abitanti. Nessuno vuole ritardare i lavori e ci tengono a precisare che non sono richieste economiche, (i residenti ai confini della zona rossa hanno ottenuto indennizzi tra i 20 e i 4 mila euro in base alla distanza dai lavori): “Quello che si chiede è soltanto il rispetto delle norme di mitigazione dell’impatto dei lavori – spiega Fabrizio Maranini, presidente della Commissione municipale che segue i fatti legati al Ponte Morandi – non è possibile sentirsi ripetere che le ruote vengono bagnate e il cantiere anche quando in gran parte della giornata non è così”.
Da parte sua il responsabile dell’ATI dei demolitori, Vittorio Omini sottolinea che stanno facendo il massimo per ridurre il rilascio di polveri nell’aria: “Gli sforamenti segnalati dalle centraline sono imputabili a fenomeni indipendenti dal cantiere quali il traffico e il vento, possiamo capire i disagi ma garantiamo che stiamo lavorando cercando di ridurli al minimo”. Riguardo i mezzi che entrano e escono dalla zona dei lavori alzando polveri per le strade del Campasso e di Sampierdarena, la struttura commissariale garantisce che si è giunti a un accordo per lo ‘spazzamento’ più frequente delle strade limitrofe al cantiere. Intanto il Commissario e sindaco di Genova, Marco Bucci, fa sapere che “non è ancora stata presa” la decisione attesa da settimane sullo smaltimento delle macerie del ponte. “Abbiamo tre-quattro opzioni sulla destinazione finale – ha spiegato – tra oggi e domani vedremo quali decisioni dobbiamo prendere per risolvere il problema nel rispetto delle raccomandazioni ambientali”
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