Per il presidente del Consiglio, non solo Matteo Salvini lunedì ha commesso “una scorrettezza istituzionale” convocando un tavolo al Viminale per parlare di manovra economica, ma in nome della “trasparenza” dovrebbe riferire in Aula sulla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega: “Perché no?”, ha detto Giuseppe Conte ai cronisti e, forse per la prima volta, non ha nascosto il malumore per le mosse del vicepremier. Il leghista, dal canto suo, ha difeso l’incontro con le parti sociali, ma ha insistito sulla linea del no comment per quanto riguarda i rubli che sarebbero arrivati nelle casse del partito: “Mi occupo di vita reale e non di spionaggio”, ha detto. “Non intendo più parlare di soldi che non ho mai visto né chiesto. Non commento le non notizie”. In contemporanea a Milano, l’ex portavoce leghista Gianluca Savoini, intercettato da un audio mentre trattava con tre russi, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti ai pm.

Salvini: “La mia pazienza a un limite”
E su di lui, Salvini, intervenendo in serata a “Quarta Repubblica” si è limitato a dire: “Fino a prova contraria, almeno che non si dimostri che qualcuno ha fatto qualcosa fuori posto io ho fiducia nelle persone. Se c’è uno stato di diritto liberale e democratico si è innocenti a meno che non si venga dimostrati colpevoli”. Poi durante un comizio è tornato alla carica, criticando l’alleato di governo: “Sto portando tutta la pazienza del mondo. Va bene che mi attaccano i giornali, la sinistra ma essere attaccato da quelli che governano con te è un po’ più strano… La mia pazienza non è infinita e tutti devono mantenere la parola data”. Chi rimane sullo sfondo è Luigi Di Maio. Prima ha mandato avanti i suoi dicendo che quello di Salvini al Viminale “era solo un incontro politico”, poi ha attaccato i sindacati per aver partecipato a un vertice a cui era presente anche l’ex sottosegretario Armando Siri, fatto dimettere a fine maggio perché indagato per corruzione: “Hanno fatto una scelta di campo”, ha detto. “Offesa inaccettabile”, è stata la replica.

Conte: “Manovra? La fa il ministro dell’Economia”
La mattinata si è aperta con il vertice convocato da Salvini al Viminale per parlare delle misure economiche del Carroccio. Un tentativo, come da lui stesso confessato, per cercare di spostare l’attenzione dall’indagine sui fondi alla Lega alle azioni del governo. Seduti al tavolo tutto lo stato maggiore della Lega e 40 tra rappresentanti sindacali (tra cui naturalmente Cgil, Cisl e Uil) e delegazioni. Tra loro, a sorpresa, è comparso pure l’ex sottosegretario indagato per corruzione Armando Siri che sedeva proprio a fianco del leader Salvini. Per Giuseppe Conte si è trattato di una vera e propria “scorrettezza istituzionale“: “Se oggi qualcuno”, ha commentato, “pensa che non solo si raccolgono istanze da parte delle parti sociali, ma anticipa dettagli di quella che ritiene che debba essere la manovra economica, si entra sul terreno della scorrettezza istituzionale”. Senza dimenticare, hanno fatto notare poco dopo dallo staff, che il Carroccio non ha ancora indicato i nomi dei delegati che devono sedere ai 5 tavoli dedicati alla finanziaria. “La manovra economica viene fatta qui“, ha detto ancora Conte, “dal ministro dell’Economia e tutti i ministri interessati, e non si fa altrove, non si fa oggi. I tempi, e tengo a precisarlo, li decide il presidente del Consiglio, sentiti gli altri ministri, a partire da quello dell’Economia. I tempi non li decidono altri”.

Il ministro dell’Interno, a fronte dei malumori, ha rivendicato il suo diritto di vedere le parti sociali. Quindi si è giustificato dicendo che “vuole andare in fretta“. “È chiaro che i tempi della manovra li detta il presidente del consiglio, verso il quale abbiamo piena fiducia, ma prima si fa e meglio è”, ha dichiarato durante la conferenza stampa al termine dell’incontro. Ha quindi ribadito che la giornata di oggi è servita per presentare a sindacati ed esponenti del Carroccio le proposte economiche della Lega e, dunque, si tratta di incontri che “non vanno ad offendere nessuno ma vanno ad aiutare l’azione di governo”. “Non mi interessa portare via il lavoro ad altri – ha proseguito – non voglio togliere lavoro a Tria, Conte o Di Maio ma voglio dare il nostro contributo all’azione di governo”. Quindi ha annunciato un nuovo incontro ad agosto: “Non mi interessano le iniziative spot, ci saranno presidenti che avranno tutto il diritto di essere al mare, al lago o ai monti, ma il ministro dell’Interno sarà qui”.

Di Maio ai sindacati: “Trattare con indagato per corruzione”
Dal fronte 5 stelle, come prima cosa, hanno cercato di sminuire l’accaduto definendo il vertice come “un incontro politico”. Poi, subito dopo l’intervento di Conte, ha parlato Luigi Di Maio. Che se l’è presa con i sindacati per la decisione di partecipare: “Vogliono trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso, lo prendiamo come un dato. Ci comportiamo di conseguenza. Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo. Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d’oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi! Per quanto mi riguarda, basta recite, pensiamo a governare”. Quanto al resto, Di Maio ha detto di voler andare avanti e di essere d’accordo anche sulla flat tax: “Non solo è sì, ma facciamola anche prima di settembre se il piano della Lega è già pronto. Basta che aiuti le famiglie normali e non si facciano scherzetti agli italiani. Per anni abbiamo avuto governi che davano 1 e toglievano 10. Il gioco delle tre carte no, ma sono fiducioso”. E ha chiuso: “Per quanto mi riguarda, basta recite, pensiamo a governare!”. A Di Maio hanno replicato le tre sigle Cgil, Cisl e Uil: “Appaiono”, hanno risposto in una nota, “del tutto inaccettabili ed offensive, nei toni e nella sostanza, le osservazioni nei confronti dei sindacati avanzate oggi dal vicepremier Di Maio al quale ricordiamo che siamo stati ricevuti quindici giorni fa dal presidente del Consiglio Conte, insieme allo stesso vice premier Di Maio, e siamo ancora in attesa di ricevere la calendarizzazione degli incontri specifici cosi come aveva garantito il presidente del Consiglio per affrontare i temi contenuti nella nostra piattaforma unitaria, illustrata peraltro almeno tre volte al presidente del Consiglio”.

Polemiche per la presenza di Siri al tavolo
Al tavolo, a sorpresa, anche l’ex sottosegretario e responsabile economico della Lega, Armando Siri, revocato dal governo nel maggio scorso in seguito al suo coinvolgimento nell’inchiesta sull’eolico. “Il nostro obiettivo è la flat tax con un’unica deduzione fiscale che assorbirà tutte le detrazioni. Vogliamo portare al 15% l’aliquota fino a 55.000 euro di reddito familiare. Ci saranno benefici per 20 milioni di famiglie e 40 milioni di contribuenti. Ci sarà un grande impulso ai consumi e risparmi per 3.500 euro per una famiglia monoreddito con un figlio. C’è l’intenzione di portare nelle tasche 12-13 miliardi di euro”, ha detto alle parti sociali riunite.

Se i 5 stelle hanno liquidato la vicenda come “un incontro politico”, chi ha protestato sono stati i parlamentari Pd. Così la vicesegretaria Paola De Micheli:  “Perché Armando Siri siede al tavolo con le parti sociali in corso al Viminale? Gli alleati di governo Cinque Stelle accettano qualsiasi cosa e non possono liquidarlo come un semplice incontro politico visto che si è svolto al ministero dell’Interno“. E’ davvero singolare, secondo De Micheli, “al limite della provocazione verso i M5s, che il responsabile economico della Lega, senza alcun incarico di governo, se ne stia seduto ad un tavolo istituzionale, illustrando ai sindacati, come fosse titolato a parlarne, la flat tax. Ci piacerebbe sapere se il M5S di Luigi Di Maio abbia ancora intenzione di farsi prendere in giro da Salvini e dalla Lega”. Giuseppe Conte, invece, per il coordinatore della segreteria nazionale Pd, Andrea Martella, sarebbe addirittura “un premier dimezzato“.

Di Battista: “Salvini il bugiardo è impegnato a mentire”
L’ex deputato M5s Alessandro Di Battista ha scritto un post su Facebook in cui, parlando di migranti e ong, fa un passaggio anche contro Salvini: “Da qualche giorno non si sta parlando di ong. Lo show dell’immigrazione dove tutti recitano la loro parte costringendo gli africani al ruolo di comparsa, per qualche ora si è fermato. Oltretutto Salvini il bugiardo è impegnato a mentire (la sua difesa sul caso Russia-Savoini è ridicola). Fino a quando il diritto ad emigrare verrà considerato più importante del diritto a non emigrare l’impero mediatico-finanziario-liberista trionferà. E morirà l’Africa”.

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