Le nuove indagini non hanno cambiato il quadro probatorio e quindi Virginia Raggi deve essere archiviata. È la conclusione alla quale è giunta la pm Elena Neri riguardo all’accusa di abuso d’ufficio ipotizzata a carico della sindaca di Roma nella vicenda del nuovo stadio della As Roma dopo un esposto di un architetto.

Lo scorso 20 aprile, il gip Costantino De Robbio aveva detto no alla prima richiesta del pubblico ministero e disposto una nuova tranche di indagini. In particolare, il giudice aveva chiesto di svolgere una serie di audizioni tra cui quelle di due consiglieri ex M5s del IX municipio, Paolo Barros e Paolo Mancuso, già presidente della Commissione urbanistica del municipio.

L’attività istruttoria non ha però modificato il quadro probatorio e da qui la richiesta di archiviare la posizione della Raggi. La sindaca era finita nel registro degli indagati dopo un esposto presentato da un architetto in passato vicino al M5s, Francesco Sanvitto, per conto dell’associazione Tavolo della libera urbanistica. L’esposto era relativo alle procedure con le quali il Comune ha scelto di pubblicare il progetto per il nuovo stadio della Roma, approvato dalla Regione Lazio nella Conferenza dei Servizi, prima di farlo approvare dal Consiglio comunale.

Sanvitto la scorsa estate ha presentato altre due denunce sulle quali ora sono al lavoro i pm capitolini. Il primo esposto riguarda vendita e l’acquisto da parte del costruttore Luca Parnasi – arrestato nel giugno scorso nell’ambito del filone principale dell’indagine – dei terreni sui cui sorge l’ipprodromo di Tor di Valle su cui si paventa il sospetto di bancarotta fraudolenta. Il secondo, sempre in merito alla delibera del progetto dello stadio, recepisce alcune osservazioni del Tavolo della libera urbanistica e sostiene che, come stabilisce la legge nazionale dell’urbanistica, un imprenditore privato non può presentare una richiesta di variazione del piano regolatore.

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