La felicità è una cosa serissima, è una ricerca tragica. Non bisogna dare scampo al dolore, non siamo nati per soffrire, siamo nati per godere. Per farvi un esempio: io godo di eiaculazione precoce, mai sofferto. Una piccola dose di egoismo è necessaria, ma non troppa, non esagerate, ci sono ottimi vibratori in giro. State attraversando un periodo di forte depressione elettorale? Vi propongo un tutorial per tornare a sorridere alla vita. Prima passo: sfatiamo un mito, non è vero che se non vi occupate di politica, sarà la politica a occuparsi di voi. Non è vero. Alla politica non frega niente di voi. Non a questa politica almeno. Voi siete altro, siete infinitamente più misteriosi della politica. Ogni vostra cellula è un nido di stupore genetico. La fine del mese non esiste, è una bufala. Voi siete l’inizio e la fine di ogni cosa. Mi direte: ma le bollette, la scadenza? Togliete la esse a scadenza e avrete cadenza: siate cadenzati, ritmici, non dimenticatevi mai che siete musica vivente. Siete nati per essere musicali. E se vi toglieranno la luce elettrica, vivrete la vostra vita all’aperto, più vicini al sole. E riscoprirete la poesia di una candela che si consuma. Voi siete altro, siete oltre.

C’è sempre una soluzione, a tutto, anche alla morte: basta vivere e inventarsi la vita. Non riuscite a pagare la retta dell’asilo? I vostri figli vi chiedono lo smartphone di ultima generazione? Vi hanno appena licenziato? Volete rifarvi il naso per l’inverno e avere raffreddori di lusso? Il vostro commercialista assomiglia sempre di più a Hitler? Il dentista vi lascia sempre a bocca aperta quando vi chiede la parcella? L’erba del vicino è sempre più secca e questo vi fa venire dei sensi di colpa insopportabili? A tutto c’è rimedio. La vita non vede l’ora di rendervi vivi. Vi crolla il mondo addosso? Lasciatelo crollare e poi distruggete anche le macerie.

Direte: eccolo il poeta, facile parlare così, siamo buoni tutti a fare gli spiritosi sulle disgrazie degli altri, la vita pratica è la vita pratica, la realtà è la realtà! Ma quale realtà? La nostra? Siamo ombre che seppelliscono ombre, siamo appena più reali del trucco di un illusionista, destinati tutti a scomparire su un palcoscenico retrattile. E senza pubblico. Verremo divorati dal silenzio eterno. Non sentite un brivido folle al cospetto di tanta evanescenza? La realtà perde i suoi contorni, tutto si confonde nel sogno. O nell’incubo. E le tasse? E la metafisica delle bistecche? E la fame? La sete? La malattia? Le cure? Il pungolo nella carne? L’ospizio? La cellulite? Salvini? La paura? I ladri in casa? I migranti che annegano nelle nostre vasche spumeggianti di bagnoschiuma al cocco? Questa realtà non merita di essere vissuta, merita solo di essere stravolta. Come?

Attraverso una rivoluzione interiore. Una rivoluzione spettacolare. Chiediamo asilo, come ci ha insegnato Marco Ferreri, torniamo bambini. Torniamo a riscoprire l’avventura di essere al mondo. La vertigine della fratellanza. Il gioco e le regole da inventare per non farci male, per farci solo del bene, perché siamo nati per godere, tutti, nessuno escluso. Torniamo a desiderare la donna degli altri, e gli altri nella nostra donna. Senza farci fregare dall’idea della proprietà. Siamo nati per essere. Non per avere. Sublime banalità. Il Marx più geniale della storia, Groucho, diceva: al mondo ci sono tante cose più importanti dei soldi, il problema è che costano.

Ecco, se siete riusciti ad arrivare alla fine del pezzo senza incazzarvi, ora vi dico la verità: mica ci avrete creduto a queste parole? Ma siete matti? Mi pensate così ingenuo? Così stupido? Questo recinto che vi hanno costruito attorno, queste gabbie mentali nelle quali la politica vi ha confinato, sono essenziali per la vostra sopravvivenza. L’infinito che vi abita non deve avere  spazio, sarebbe la fine dei vostri privilegi e del sommo di tutti i privilegi: essere morti, anche se respiranti. Quindi dimenticate, dimenticate tutto, e tornate subito al lavoro, forza e coraggio! C’è una badante che ci attende.

 

Articolo Precedente

Criminalità in Italia, un fenomeno che cambia /1

next
Articolo Successivo

Smartphone e minori, il rischio è di passare dalla prevenzione all’ossessione

next