Come Fassino, più di Fassino. Se le profezie dell’ex sindaco di Torino sono passate alla storia per essersi rivelate lontane anni luce dalla realtà dei fatti, c’è chi sempre all’interno del Partito democratico è riuscito a fare anche peggio. Il 25 maggio, a neanche 24 ore dalle elezioni europee, l’ex premier Matteo Renzi rilascia una lunga intervista al sito della tv svizzera in Italia. Con tanto di pronostico sulla tornata elettorale del giorno dopo. “Salvini è arrivato velocemente e altrettanto velocemente se ne andrà. Il conto alla rovescia per lui è già iniziato” dice l’ex Rottamatore. Evidente la sorpresa del giornalista, conseguente la domanda a corredo: “Ci crede davvero? Gli istituti di sondaggio lo vedono al 30 per cento, e in Europa è il faro di tutti i nazionalisti”. Il senatore semplice di Scandicci non ha dubbi. E argomenta: “È come accendere una candela su entrambi i lati, si scioglie molto velocemente. Salvini ha puntato tutto sull’immigrazione e sulla sicurezza, non fa altro che suscitare odio e paura. Come programma è un po’ povero, non dura a lungo”.

L’intervistatore insiste: “Ma molti italiani lo applaudono”. Per l’ex premier sono solo dettagli: “Ancora non per molto, forse per altri quattro o cinque mesi”. Di certo gli italiano hanno applaudito il leader della Lega nelle urne: lui oltre due milioni di preferenze (il più votato in Italia), il Carroccio a quota 34%, il Piemonte al centrodestra a trazione leghista. La profezia di Renzi, poi, si allunga ulteriormente, arrivando ad abbracciare la fine dell’anno: “Salvini finirà al più tardi quest’autunno, quando il governo deve presentare la finanziaria per il prossimo anno e dovrà far ricorso alle tasche degli italiani. I populisti non pagano il conto – conclude il parlamentare democratico – l’economia è stagnante, hanno fatto crollare il paese. Il populismo funziona solo quando si è all’opposizione”.

In attesa di capire se quest’ultimo pronostico sarà rispettato o se invece sarà sbugiardato come quello sull’andamento di Salvini alle europee, la certezza è che le parole dell’ex Rottamatore hanno superato per enormità del margine di errore quelle pronunciate nel 2018 dal Piero Fassino, fino a tre giorni fa primatista indiscusso delle profezie al contrario: “Trent’anni di Salvini? Nulla impedisce di sperare, però bisogna vedere se gli elettori gli daranno i voti” aveva detto l’ex segretario dei Ds a La Stampa. Storica, invece, la previsione sul successo politico del Movimento 5 Stelle. Nel 2009, intervistato da Repubblica Tv, Fassino aveva detto: “Beppe Grillo? Se vuol fare politica fondi un partito, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende”.

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