Roma Capitale rischia di perdere oltre 2 milioni di euro destinati alla ristrutturazione del complesso di casali storici a Borghetto San Carlo, una tenuta agricola nel cuore del Parco di Veio, Roma nord. Nel 2010 è stata fatta una convenzione tra l’azienda edilizia ImpreMe Spa, del gruppo Mezzaroma e Roma Capitale che stabiliva il diritto, per l’impresa di costruzioni, di edificare palazzine nel quartiere Talenti (zona est della Capitale), in cambio della cessione di 22 ettari di terreno al Comune di Roma con l’impegno, a proprie spese, di ristrutturare i casali presenti.

Una delle tante ‘compensazioni’ tra impresa privata e Comune che però si è realizzata solo a metà, ovvero a favore del privato che ha già costruito i propri appartamenti ma ancora non ha iniziato la ristrutturazione dei casali. Sono passati ormai nove anni, dalla stipula della convenzione, e, dopo una proroga nel 2013, i lavori sarebbero dovuti finire nel 2016, come già denunciato da il Fatto.it tre anni fa. A rimetterci, oltre il Comune di Roma e il XV municipio destinatario di un terzo dei casali ristrutturati, i ragazzi della cooperativa agricola Coraggio che nel 2014 hanno vinto il bando “Roma Città da Coltivare” ottenendo la gestione del terreno in questione con parte dei casali che la ImpreMe avrebbe dovuto ristrutturare, per fare agricoltura, ma anche tutta una serie di attività didattiche e sociali inserite nel progetto grazie al quale la cooperativa ha vinto il bando.

“Dopo il vostro servizio di tre anni fa – spiega Giacomo Lepri della cooperativa agricola Coraggio – qualcosa si è mosso. E’ stata avviata la cantierizzazione dell’area, e sono stati rimossi intonaci, infissi e tegole del tetto che hanno indebolito i casali che ora sono più esposti ad eventuali intemperie”. La ImpreMe nel servizio di tre anni fa aveva promesso ai microfoni del Fatto.it che i lavori sarebbero iniziati. Ora invece la ditta di costruzioni della famiglia Mezzaroma ha sottolineato in un nota scritta che “subito dopo la firma della convenzione, il casale e l’area circostante sono stati occupati abusivamente. Per ottenere lo sgombero sono trascorsi molti mesi e solo dopo si è proceduto ad assegnare i lavori con regolare gara. Per via del tempo trascorso, la ditta aggiudicatrice ha dovuto aggiornare i progetti e chiedere nuove autorizzazioni ad oggi non ancora pervenute. La ditta quindi può operare nel cantiere solo per le opere conformi al progetto iniziale”. La stessa motivazione è stata data, con una nota scritta, dall’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Luca Montuori, che ha aggiunto che “attualmente è in fase di rilascio, da parte del Comune, l’autorizzazione paesaggistica che necessita però del consenso della Soprintendenza di Stato e dell’ente regionale Parco di Veio”. L’assessore ha assicurato che ormai siamo alle battute finali.

 

Articolo Precedente

Le case popolari non vanno abbattute, ma ripensate

next
Articolo Successivo

Roma, la beffa delle case popolari: troppo grandi per famiglie di 1-2 persone. Che sono la maggior parte di quelle in attesa

next