Museo del costume e della moda siciliana di Mirto (Me), istituito nel 1989 in attuazione delle linee guida dello statuto comunale trovando forma giuridica pubblica nella delibera consiliare, ospitato nel palazzo in stile neoclassico di fine 700 della famiglia Cupani e realizzato dall’architetto Giuseppe Miraudo. La collezione comprende rari abiti di fine Settecento e di abiti dell’Ottocento che si allineano alla moda internazionale del tempo per l’esigenza di eleganza aggiornata di numerose signore siciliane; si contano, inoltre, 1500 manufatti – cronologicamente ordinati – che comprendono l’arco di due secoli con riferimenti antropologici ed etnografici. Il museo si arricchisce anche di donazioni di famiglie siciliane fra le quali: Natoli, Bono, Cottone, Piraino, Riccobono Florio, Butera, per citarne alcune.

Ma perché, ci chiediamo, i Piccoli Musei – che custodiscono pezzi importanti della storia non solo locale ma anche nazionale – godono di così poca fama? La risposta ci viene da un recente articolo pubblicato sul sito dell’Associazione Nazionale “Piccoli Musei”: “A livello governativo e gestionale poco o nulla viene fatto, al di là di incentivi a ‘fare sistema’ che non sempre sono pertinenti né opportuni. Il ‘sistema’ va infatti creato non a livello di istituti museali, bensì a un livello politico capace di elaborare progetti complessi sotto la guida di un Ministero che mostri davvero di essere capace di un approccio innovativo al nostro patrimonio. Ma francamente al momento non ci sono segnali forti in questa direzione”.

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Cinque piccoli musei d’Italia, un viaggio nella bellezza come talento

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