L’interesse per il Museo Pietro Canonica a Villa Borghese nasce dalla poliedricità dell’artista: scultore e compositore, Canonica forma il suo senso estetico all’Accademia Albertina di Torino, in un’Italia che ha da poco raggiunto l’Unità e si trova impegnata nel difficile compito di costruire l’identità degli italiani – ed è presto conteso da tutte le corti d’Europa, dove fanno a gara per commissionargli opere celebrative ma soprattutto busti, ritratti palpitanti e incisivi, eseguiti con una perizia tecnica rara e una grande sicurezza nel modellato. Nel 1922 l’artista si stabilisce a Roma e ottiene dal Comune l’uso della “Fortezzuola”, nella splendida cornice di Piazza di Siena, che l’artista provvede a sistemare e a trasformare anche per uso espositivo. Qui vive e lavora fino alla morte, nel 1959, dopo la quale la raccolta delle sue opere ha costituito il primo nucleo del museo dedicato all’artista. La moglie, scomparsa nel 1987, dona al Comune di Roma anche gli arredi di pregio dell’appartamento da loro abitato.

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Cinque piccoli musei d’Italia, un viaggio nella bellezza come talento

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