Nel 2028 in Italia ci saranno 25 milioni di malati cronici contro i quasi 24 milioni attuali e i multi-cronici saranno circa 14 milioni. E la spesa sostenuta dallo Stato per la loro assistenza toccherà i 70,7 miliardi di euro, dai 66,7 miliardi di oggi. Un trend che andrà di pari passo con l’aumento dell’età media della popolazione: se nel 2017 gli ultra 65enni erano oltre 13,5 milioni, il 22,3% della popolazione totale, nel 2018 la percentuale arriverà al 26%, pari a oltre 15,6 milioni di persone, destinate a salire a 18,6 milioni nel 2038. Le stime sono contenute nella sedicesima edizione del Rapporto Osservasalute, secondo il quale la patologia cronica più frequente sarà l’ipertensione, con quasi 12 milioni di persone affette nel 2028, mentre l’artrosi e l’artrite interesseranno quasi 11 milioni di italiani e l’osteoporosi 5,7 milioni. Per le prime due patologie ci si attende oltre 1 milione di malati in più rispetto al 2017.

In generale, le proiezioni della Ragioneria generale dello Stato prevedono che il rapporto tra spesa sanitaria pubblica e Prodotto interno lordo cresca dal 6,6% del 2017 al 6,8% nel 2030, fino ad arrivare al 7,3% del 2040. Dovremmo quindi passare dagli attuali 114 miliardi a 139 miliardi nel 2030 e 168 miliardi di euro nel 2040. “Lo scenario che si prospetta – commenta il direttore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Alessandro Solipaca – evidenzia che la sfida che il Ssn dovrà affrontare è quella legata alle crescenti fragilità degli anziani. La spesa da sostenere per questo gruppo di popolazione non potrà gravare tutta sul settore sanitario, perché si tratta di prestazioni con una forte connotazione socio-assistenziale“.

“L’aumento sensibile delle persone con problemi di salute”, sottolinea il rapporto, “avrà sicuramente un impatto sulla domanda di cura e assistenza, sia di natura strettamente sanitaria che socio-sanitaria. I dati a disposizione permettono di proiettare la domanda di visite specialistiche, di giornate di degenza e di assistenza domiciliare. In particolare, nel 2016 il numero di contatti mensili con un medico specialista sono stati oltre 13 milioni, nel 2038 supereranno i 14 milioni. Le notti trascorse in ospedale nel 2016, sono state oltre 41 milioni, nel 2038 supereranno i 47 milioni. Le persone che hanno fatto ricorso all’assistenza domiciliare, nel 2016, sono state oltre 1,8 milioni, nel 2038 supereranno i 2,2 milioni, mentre nello stesso anno saranno oltre 1,4 milioni quelli che domanderanno assistenza domiciliare di tipo sanitaria, contro gli oltre 1,2 milioni del 2016″.

“Di fronte al quadro futuro – ha osservati il direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, Walter Ricciardi – per il Ssn è necessario intensificare gli sforzi per promuovere la prevenzione e un cambio di paradigma rispetto all’organizzazione dei servizi di cura, definendo nuovi percorsi assistenziali in grado di prendere in carico il paziente nel lungo termine, prevenire e contenere la disabilità, garantire la continuità assistenziale e l’integrazione degli interventi socio-sanitari”. Il rapporto Osservasalute è frutto del lavoro di 318 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano che operano presso Università, Agenzie regionali e provinciali di sanità, Assessorati regionali e provinciali, Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco e Istat.

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