di Tosca Ballerini

Dopo tre anni di fallimento riproduttivo dovuto alla frammentazione della porzione di banchisa dove si trovavano i pulcini ancora incapaci di nuotare, la colonia di Halley Bay nel Mare di Weddell, in Antartide, è virtualmente scomparsa. Gli adulti riproduttori si sono spostati in una colonia vicina, ma il cambiamento climatico determina la riduzione dell’habitat adatto alla riproduzione di questa specie e ne mette a rischio la viabilità in uno scenario di riscaldamento di 2˚C.

La colonia di Halley Bay era la seconda colonia più grande al mondo di pinguini imperatore e ospitava tra il 6,5 e l’8,5% della popolazione mondiale di questa specie. Secondo gli scienziati era un rifugio climatico, una zona che nonostante il cambiamento climatico avrebbe conservato più a lungo le condizioni ambientali adatte alla riproduzione dei pinguini. Invece nel 2016 la porzione di ghiaccio marino su cui si trovava la colonia si è staccata dalla piattaforma di ghiaccio continentale due mesi prima di quando i pulcini imperatore sono in grado di prendere il mare. Lo stesso è avvenuto nel 2017, determinando due anni di completo fallimento riproduttivo dovuto all’annegamento dei pulcini. Nel 2018 alcune centinaia di adulti hanno nuovamente tentato di riprodursi a Halley Bay, ma anche quell’anno il ghiaccio marino era completamento sparito per la fine di novembre.

Secondo i ricercatori del British Antarctic Survey, che hanno riportato queste scoperte in un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Antarctic Science, questo fallimento riproduttivo per tre anni consecutivi è senza precedenti. In un mondo che si sta riscaldando, dicono gli autori, è d’importanza cruciale capire quali sono gli impatti dei cambiamenti ambientali, come la scomparsa della banchisa perenne, sul futuro di questa specie.

I ricercatori hanno utilizzato immagini satellitari ad altissima risoluzione per studiare le dimensioni della colonia di Halley Bay e di quella di Dawson-Lambton, 55 km più a sud, negli anni 2009-2018. Dallo studio è emerso che contemporaneamente al collasso della grande colonia di Halley Bay, il numero di coppie riproduttrici nella più piccola colonia di Dawson-Lambton è passato da 1280 coppie nel 2015 a 14612 coppie nel 2018, un aumento di oltre il 1000%. Un aumento che per i ricercatori non può essere avvenuto che grazie alla migrazione d’individui dalla colonia di Halley Bay. Questi fenomeni sono certamente dovuti alla rottura precoce del ghiaccio marino pluriannuale che era attaccato alla piattaforma di Brunt. Tuttavia non è chiaro cosa possa avere determinato il distacco del ghiaccio marino, né quale sia il ruolo della instabilità della piattaforma di ghiaccio continentale stessa.

Nel 2016 la pressione atmosferica media nel mese di settembre era la più bassa rispetto ad una media di 30 anni mentre la velocità media dei venti era la più alta. Anche la temperatura media atmosferica alla vicina stazione di ricerca di Halley era più alta della media. Le condizioni di ridotta estensione del ghiaccio marino del 2016 sono accadute subito dopo il più grande valore positivo dell’indice Enso (El-Niño-Southern Oscillation) in oltre 60 anni. L’indice Enso ha ripercussioni sul clima a scala globale e secondo alcuni autori la frequenza di eventi meteorologici estremi come forti venti e tempeste a esso associati aumenterà se le emissioni di gas a effetto serra non si arrestano.

I venti forti o le tempeste possono determinare la formazione di bracci di mare aperto, le polynya, che hanno un effetto positivo per i pinguini perché rappresentano un accesso alle aree di foraggiamento. Tuttavia periodi prolungati di venti estremi possono portare alla rottura e alla scomparsa del ghiaccio marino pluriannuale sul quale si riproducono. Il che può portare al fallimento totale della riproduzione se avviene in periodi sensibili nel ciclo biologico dei pinguini.

Un precedente studio basato sulla modellizzazione degli habitat futuri in Antartide sulla base di scenari di emissioni di gas serra dell’Ipcc mostra che gli effetti negativi saranno superiori a quelli positivi. Per un aumento di 2˚C della temperatura media terrestre ci sarà la scomparsa o la diminuzione del numero di coppie riproduttrici di tutte le colonie di pinguino imperatore a Nord del 70˚ parallelo australe (circa il 50% delle colonie totali di questa specie e circa il 40% della popolazione mondiale riproduttrice), solo in parte compensata da una crescita limitata delle colonie più meridionali.

I pinguini imperatore, così come gli altri organismi che vivono in Antartide, si sono evoluti adattandosi a un ambiente estremo ma che era altamente prevedibile su larghe scale spaziali e temporali. I risultati dello studio su Antarctic Science, così come altri studi precedenti, mostrano come fenomeni meteorologici stocastici possono avere un impatto negativo molto forte sulle popolazioni di pinguino imperatore anche in zone ad alte latitudini come Halley Bay, sin qui considerate dei rifugi per queste specie.

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