C’è insoddisfazione“, perché l’Italia vuole “una verità giudiziaria plausibile e che abbia dei riscontri oggettivi“. E’ la richiesta avanzata da Giuseppe Conte ad Abdel Al Sisi sul caso Regeni. Il capo del governo ha incontrato il presidente egiziano a Pechino in occasione del secondo forum per la Belt and Road Initiative, la Nuova via della seta, dicendosi “molto turbato” dalla lettera inviata a La Repubblica in cui Paola e Claudio, i genitori del ricercatore italiano trovato cadavere al Cairo nel febbraio 2016, si erano rivolti a lui affinché nell’incontro con il capo di stato egiziano si facesse “ulteriormente portavoce della richiesta di Verità e Giustizia sul rapimento, tortura e morte di nostro figlio”.

“C’è insoddisfazione perché a distanza di tempo non c’è ancora nessun concreto passo avanti che ci lasci intravedere un accertamento dei fatti plausibile”, ha spiegato il presidente del Consiglio. “Sono diversi anni che tentiamo varie iniziative – ha proseguito – Il modo più efficace per me per un risultato è spendere la mia influenza con il governo egiziano. Io parlo con Al Sisi, non con la magistratura”.

“Ad Al Sisi ho richiamato la mia personale premura – ha proseguito il premier – e ho insistito sul punto che non è una mera ritualità il fatto di chiedergli notizie e aggiornamenti su questo caso ma corrisponde a una sensibilità mia personale, dell’intero governo e dell’intero popolo italiano”. “Continuerò su questa strada, non mi fermerò fino a quando non avrò una verità plausibile – ha concluso Conte – Non verremo mai meno a questo impegno, arrivare a una verità giudiziaria che sia plausibile e che abbia risconti oggettivi e inoppugnabili“.

Un netto cambio di marcia rispetto ai toni utilizzati il 25 febbraio: “Al Sisi ha testimoniato la sua costante attenzione e il suo impegno perché questo caso abbia una soluzione”, aveva detto il presidente del Consiglio al termine del faccia a faccia avuto a Sharm El Sheik, in occasione del primo summit tra i Paesi europei e Lega Araba. “Credo che attraverso il dialogo costruttivo si possa arrivare ad una soluzione per la verità giudiziaria”, aveva aggiunto il premier.

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