Due giorni dopo gli annunci di Emmanuel Macron in risposta alla crisi sociale, i gilet gialli tornano a mobilitarsi nelle piazze di Francia per protestare stavolta contro quello che definiscono il “blabla” presidenziale. Una manifestazione che è diventata ormai un appuntamento fisso del sabato ma questa volta da Parigi l’attenzione si è concentrata su Strasburgo, dove si sono radunate centinaia di persone e dove si sono verificati scontri con “diversi feriti”. Il corteo dei gilet gialli è stato respinto a più riprese dalla polizia che impediva loro l’accesso alle strade che conducono alle istituzioni europee. A darne notizia è France 3, secondo cui almeno 3 persone sono state arrestate.

I manifestanti hanno lanciato oggetti, sassi e qualche razzo, ed hanno fatto uso ripetuto di fumogeni mentre la polizia ha risposto con i gas lacrimogeni. A un mese dalle elezioni europee, gli organizzatori di questa “manifestazione nazionale e internazionale” sperano così di attirare nella città sede dell’Europarlamento anche manifestanti tedeschi e belgi. La situazione è ancora confusa, con i manifestanti che rifiutano l’ordine di dispersione impartito dagli agenti e si aggirano in diversi punti della città. Il dato che emerge però, è quello di una partecipazione in forte calo: alle 14 i gilet gialli in piazza, secondo la prefettura, erano 5.500 in tutta la Francia, 2.600 dei quali a Parigi. Meno della metà della settimana scorsa, quando – per il 23/o atto – scesero in piazza 9.600 gilet gialli in Francia, 6.700 dei quali a Parigi.

Tanto che a Parigi la cosiddetta “marcia sui media” è stata un flop, con pochi partecipanti che si sono fermati a gridare slogan contro Macron e contro tv e giornali. Prima hanno sostato sotto il grattacielo di TF1, poi sono passati davanti a Canal Plus, quindi davanti a France Televisions, la tv pubblica. La manifestazione ha sostato anche davanti alla redazione di BFM-TV, spesso accusata di dare uno spazio sproporzionato alle manifestazioni dei gilet gialli, tutte seguite in diretta dall’inizio alla fine, con dibattiti prima, durante e dopo. Alla fine, il corteo si è fermato davanti alla sede del CSA, il Consiglio superiore dell’Audiovisivo, chiedendo – invano – di essere ricevuta dal presidente. Il corteo si è sciolto sotto la pioggia, una buona parte dei partecipanti ha lasciato il CSA per dirigersi a place de la Republique, in metropolitana.

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