Questa volta sul mio blog voglio riportare la lettera di Cinzia Martis che racconta i disagi di una famiglia che accudisce un suo caro con disabilità. Mi sembra che le sue parole siano un esempio di come la nostra società – spesso a causa della burocrazia e non solo – metta davvero in grandi difficoltà proprio chi ha più bisogno di aiuto e per questo, oltre a dover affrontare enormi criticità, queste famiglie si sentono anche abbandonate e sole. Desidero unirmi all’appello di Cinzia chiedendo al sindaco di Quartu Sant’Elena (Cagliari), Stefano Delunas, di intervenire per risolvere questa situazione e dare una mano concreta a questa famiglia. Una sua eventuale risposta scritta risolutiva, che verrà pubblicata su questo blog, sarà molto gradita.

Scrivo questa lettera per raccontare la storia di mia madre e della mia famiglia. Noi viviamo in Sardegna, io mi chiamo Cinzia Martis e mia madre Margherita Anna Orru’ [in foto] è disabile, infatti ha la sclerosi multipla da prima che io nascessi: aveva appena 26 anni oggi ne ha 64. Lei voleva fare il medico ed invece durante il suo percorso di studi in Medicina si è ritrovata ad essere lei malata. Mio padre ha lavorato una vita come artigiano ed ha affrontato tante spese per praticare terapie che ai tempi non erano nemmeno riconosciute in Italia, infatti andavano a Ginevra dal professor Mischer limitando in parte i danni che avrebbe creato la patologia di mia madre.

Oggi ci ritroviamo in una condizione precaria: mio padre non può più lavorare poiché ha avuto diverse patologie tra le quali un intervento a cuore aperto, diabete ed infine artrite. Ovviamente qui in Sardegna il lavoro è molto difficile da trovare. Inoltre che fanno le istituzioni? Ti aiutano! Ovviamente no. Mia madre necessita di assistenza e la Regione stanzia dei fondi in un progetto chiamato “ritorno a casa”, per evitare che i disabili finiscano in una struttura pubblica. Ma il comune di Quartu Sant’Elena (Cagliari) che fa? Eroga i rimborsi ogni tre-quattro mesi se va bene ed intanto le spese per pagare l’assistenza qualificata di cui ha bisogno mia madre diventano insostenibili.

È risaputo che i tagli vengano fatti sempre al sociale ma, quando i finanziamenti ci sono, io mi chiedo perché l’amministrazione comunale della terza città della Sardegna continui a fregarsene della situazione di centinaia di situazioni similari alla nostra. Per non parlare della fisioterapia che non inizia mai, dato che è in lista d’attesa in diversi centri della zona da ormai un anno. Ovviamente non mi sento di continuare a stare zitta altrimenti niente potrà cambiare.

Spero che questa nostra storia come tante altre possa accogliere un riscontro positivo e che qualcuno possa cambiare le cose.

Cordiali saluti, Cinzia Martis

Per segnalare la vostra storia scrivete a: raccontalatuastoria@lucafaccio.it ; info@lucafaccio.it

Aggiornamento del 24 maggio 2019, ore 10.49

Carissimi Lettori,
Desidero informarvi che Cinzia Martis mi ha messo al corrente che ha ricevuto i contributi economici che il Comune di Quartu Sant’Elena tardava a pagare inerenti all’assistenza di persone con disabilitàTengo a precisare che ho inviato una e-mail al Sindaco Stefano Delunas e a Martina Alessia Cambarau (Assessore alla Salute, Servizi socio-sanitari e socio-assistenziali, Qualità della vita e Politiche del Lavoro) ma non ho mai ricevuto nessuna risposta, né verbale né scritta. Sono comunque felice che la situazione segnalatami da Cinzia in parte si sia risolta.

Articolo Precedente

Sudan, la rivoluzione vista da un esiliato: “Vogliamo democrazia, Al Bashir dittatore sostenuto anche da europei”

next
Articolo Successivo

Reggio Emilia, bagni “gender neutral” in Comune: è la prima volta in Italia

next