Nell’ultima parte del libro, gli autori danno alcuni consigli su come convincere parenti e amici a usare meno plastica. “Il percorso verso una vita plastic free è personale”, scrivono, “giudicare o essere polemici con gli altri non li aiuterà a darvi ascolto”. Meglio condividere pacatamente il proprio punto di vista con parenti o amici e colleghi, magari coinvolgendoli in un evento, ad esempio la pulizia di una spiaggia. Mai scatenare conflitti, ad esempio rifiutando un regalo perché di plastica, ma al tempo stesso cercare di far loro capire che siete impegnati in questa battaglia, magari facendo una lista di regali in negozi ecologici. Si possono poi imitare alcune iniziative come quella dell’olandese Annemieke, che dal suo blog Plastic minimalismplasticminimalism. blogspot.nl, ha lanciato l’iniziativa Plastic-Free Tuesday, ovvero un giorno a settimana senza nessun consumo e rifiuto di plastica. Si può poi andare oltre, passando al vero e proprio attivismo: ad esempio cercando di coinvolgere i propri brand preferiti a diventare plastic free, ma anche reclamando se i prodotti acquistati hanno confezioni, parti di plastiche o sostanze chimiche non convincenti, infine cercando di creare una vera e propria comunità libera dalla plastica nel proprio quartiere o comune. Come? Coinvolgendo scuole, negozianti, proiettando documentari sulla tematica, infine facendo conoscere i tanti artisti che hanno fatto opere d’arte (magari con plastica riciclata) per evocare sentimenti ecologisti e sensibilizzare le persone alle conseguenze di questo materiale. Tanto affascinante quanto dannoso su uomini, animali e ambiente.

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