Le forze aeree del generale Khalifa Haftar hanno compiuto un raid sull’aeroporto internazionale di Tripoli, chiuso nel 2014 e riconquistato lunedì dalle milizie fedeli a Fayez Al Sarraj. Lo riferisce l’emittente libica Alahrar tv. Secondo la rete televisiva l’attacco non avrebbe causato vittime. L’aereoporto di Mitiga, l’unico funzionante, era stato invece chiuso lunedì a causa dei raid di due caccia sempre del generale Haftar. Ma, secondo quanto riferisce un media panarabo, lunedì è stato annunciato uno scalo durante la notte: almeno un aereo di linea sarebbe quindi atterrato, interrompendo così l’isolamento della capitale. In una battaglia che si gioca anche sulla propaganda, la risposta di Al Sarrajnon si è fatta attendere. Il premier ha annunciato la presa delle basi di Campo Yarmouk (10 km a nord dell’aereoporto internazionale bombardato) e di Al Sawarikh con la contemporanea cattura di 23 prigionieri. La nota del governo ha rilanciato: “Le nostre forze inseguono i resti in fuga dei golpisti”. Data la situazione nel Paese, l’Onu ha rinviato la conferenza nazionale libica in programma dal 14 al 16 aprile a Ghadames, durante la quale si sarebbe dovuta tracciare la road map verso le elezioni. Lo ha annunciato l’inviato Ghassan Salamé in un comunicato citato dai media libici.

Telefonata tra Conte e Sarraj
Lunedì sera intanto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiamato il premier libico Al Sarraj per una discussione sugli “sviluppi e ripercussioni dell’aggressione portata dalle forze di Khalifa Haftar alla capitale Tripoli e una serie di città libiche”. Secondo quanto riferisce l’ufficio stampa di Sarraj, “il primo ministro italiano ha espresso il proprio rammarico per il fatto che Tripoli sia stata esposta a un attacco ingiustificato che ha riportato il Paese in guerra” mentre “si avvicinava la soluzione della crisi che attraversa”. Conte ha condannato con forza l’attacco “che ha colpito l’aeroporto civile e che minaccia la vita di civili“. Inoltre il premier libico – che lunedì ha parlato anche con Macron – ha annunciato al presidente del Consiglio “il perseguimento di tutti coloro che commettono crimini di guerra, portandoli davanti alla magistratura locale e internazionale”. Il governo italiano è stato anche ringraziato per “la determinazione” con cui resiste alla “aggressione di Haftar”.

Terroristi dell’Isis di nuovo in azione
Nella notte un gruppo armato ha fatto un’incursione nel villaggio di Al Fuqaha nel distretto di Jufra, a oltre 600 km a sud-est di Tripoli. Gli assalitori sarebbero arrivati poco dopo la mezzanotte, assassinando il presidente del Consiglio locale del villaggio mentre dormiva a casa sua. È stato ucciso un altro cittadino in passato tenuto in ostaggio ma poi liberato da alcune milizie affiliate al governo di Tripoli. L’incursione è durata alcune ore e diverse abitazioni sono state date a fuoco. Secondo Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo sul web, l’Isis avrebbe rivendicato l’attacco affermando che si tratta di una “invasione” come vendetta per i territori perduti in Siria. I miliziani islamisti sono stati sconfitti a Sirte nel 2016; alcuni erano stati catturati e sono stati rinchiusi in varie prigioni tra cui una proprio a fianco dell’aereoporto di Mitiga Tripoli. Altri invece si erano dispersi dal sud della Libia in attesa di un’occasione per riorganizzarsi.

Guteress: “Nessuna soluzione militare al conflitto in Libia”
Ferma condanna per le violenze di ieri è stata espressa di nuovo dal segretario generale dell’Onu Antonio Guteress. In una nota del suo portavoce ha chiesto lo stop immediato di tutte le operazioni militari con l’obiettivo di una de-escalation e di prevenire un conflitto a tutto campo” ribadendo che “non esiste una soluzione militare al conflitto”. Guteress ha anche fatto un appello per “garantire la sicurezza di tutti i civili” ribadendo la ferma condanna della comunità internazionale. Tuttavia la tv Ahrara, come riporta La Stampa, racconta che esperti militari francesi sono giunti a Gharyan, città occupata dalle forze di Haftar, “per coadiuvare nelle operazioni militari”.

“47 morti e 181 feriti a seguito degli scontri degli ultimi tre giorni”
L’ Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha denunciato 47 morti e 181 feriti a seguito degli scontri degli ultimi tre giorni nella regione di Tripoli. Tra i deceduti, nove sono civili, inclusi due medici. L’organizzazione ha ricordato che la presa di mira di operatori sanitari e di strutture sanitarie è contro il diritto umanitario internazionale ed ha espresso allarme per l’impatto di un conflitto prolungato sulle limitate forniture mediche.

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