Dopo tre anni è stato liberato in Siria l’imprenditore italiano Sergio Zanotti. A darne notizia è stato il presidente del consiglio, Giuseppe Conte. “A conclusione di una complessa e delicata attività di intelligence, investigativa e diplomatica, condotta in maniera sinergica, in data odierna siamo riusciti a ottenere la liberazione di Sergio Zanotti, rapito in Siria nell’aprile 2016. Il nostro connazionale appare in buone condizioni generali e tra qualche ora rientrerà in Italia, a Roma. Un ulteriore successo delle nostre Istituzioni e, in particolare, dell’Aise: a loro il mio più vivo e sentito ringraziamento”, recita una nota di Palazzo Chigi. ” Zanotti appare in buone condizioni generali e tra qualche ora rientrerà in Italia, a Roma”, aggiunge il premier. L’imprenditore bresciano arriverà questa sera all’aeroporto di Ciampino. Domani verrà ascoltato dalla procura di Roma in una caserma del Ros nella Capitale. L’audizione sarà svolta davanti al pm Sergio Colaiocco, che sulla vicenda aveva aperto un fascicolo in cui si ipotizzava il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo. 

Una storia misteriosa, quella di Zanotti. Il suo sequestro era stato annunciato con un video diffuso in rete dal sito russo Newsfront il 15 novembre del 2016. Nel filmato l’uomo appare inginocchiato – con alle spalle un uomo incappucciato che imbraccia un mitra – mentre dice di essere prigioniero da sette mesi in Siria e chiede al Governo di intervenire per la sua liberazione. Il filmato è stato postato da un profilo col nome ‘Almed Medi. L’autore si è presentato col nome Abu Jihad, descrivendosi come jihadista siriano e minacciando di uccidere l’italiano se il Governo italiano non avesse agito.

A maggio del 2017 appare un nuovo video, con Zanotti sempre in ginocchio con alle spalle due uomini armati vestiti di nero. “Oggi è il primo maggio. Mi chiamo Zanotti Sergio. Questo è il secondo richiamo che mi lasciano fare”, le sue parole. L’uomo è originario del bresciano, ma era residente nel bergamasco. In passato era finito agli arresti domiciliari ed una condanna per evasione fiscale nel suo passato. Nell’aprile del 2016 era partito per la Turchia, nella zona di confine con la Siria, per imprecisate ragioni di lavoro. Doveva star via pochi giorni, ma una volta arrivato in territorio turco se ne erano perse le tracce, fino al primo video. Tra le ipotesi circolate, anche quella che il viaggio fosse finalizzato a reperire soldi per un debito che aveva accumulato. Oggi torna a casa.

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