L’Aula del Senato ha approvato la mozione di maggioranza M5S-Lega sulle riserve auree di Bankitalia: i voti favorevoli sono stati 141, 83 i no, 12 gli astenuti. Il testo come auspicato dal vicepremier Matteo Salvini chiede di “definire l’assetto della proprietà delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia nel rispetto della normativa europea” e di “acquisire le notizie” su quelle detenute all’estero, oltre che sulle “modalità per l’eventuale loro rimpatrio“. Respinte le mozioni di FdI, Pd e Forza Italia.

La mozione M5S-Lega chiede di “definire l’assetto della proprietà delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia nel rispetto della normativa europea” e di “acquisire le notizie” su quelle detenute all’estero, oltre che sulle “modalità per l’eventuale loro rimpatrio”. La mozione di Fratelli d’Italia impegna il governo a valutare una “tempestiva adozione di un atto normativo che ribadisca, in maniera esplicita, che le riserve auree sono di proprietà dello Stato italiano e non della Banca d’Italia” e ad “adottare le iniziative opportune affinché le riserve auree eventualmente ancora detenute all’estero siano fatte rientrare nel territorio nazionale”.

Forza Italia voleva invece impegnare il governo a fare chiarezza sulla “permanenza pubblica della proprietà delle riserve auree” e ad “escludere ogni ipotesi di vendita o di cessione delle riserve auree, tantomeno ove il ricavato fosse destinato al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato e ancor meno ove fosse utilizzato alla temporanea disattivazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva e sulle accise previste per il 2020 e 2021″.

Il Pd, da parte sua, sottolineava che una “eventuale riduzione delle riserve auree detenute dalla Banca d’Italia per iniziative volte a ridurre il debito pubblico, il deficit o per sostenere interventi di sviluppo economico, oltre a rappresentare un’infrazione alla normativa Ue e agli accordi sottoscritti a livello internazionale, presenta una serie di controindicazioni”, e va quindi ribadita “la piena autonomia della Banca d’Italia nella detenzione e nella gestione delle riserve ufficiali e, nell’ambito di queste, delle riserve auree”. Bisogna quindi “escludere l’adozione di qualsiasi intervento volto a ridurre la disponibilità di risorse auree detenute dalla Banca d’Italia per iniziative volte a ridurre il debito pubblico, il deficit o per sostenere altri interventi, i cui costi di sistema sarebbero ben superiori ai benefici attesi”.

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