Cristiano Ronaldo, Cristiano Ronaldo e di nuovo Cristiano Ronaldo. La Juventus lo ha ingaggiato per le partite così e il fuoriclasse non ha tradito. Nella serata più dura, contro l’avversario più difficile da affrontare per i bianconeri a livello tattico, il giocatore più forte del mondo ha fatto il giocatore più forte del mondo. Tre gol, due di testa e uno su rigore all’83esimo dopo una straripante discesa di Federico Bernardeschi, e tanti saluti all’Atletico Madrid.

I quarti di finale di Champions League sono della Juventus di Massimiliano Allegri, che di questa vittoria ha tessuto i fili con un 4-2-3-1 (che diventa 3-4-3 in fase di possesso) offensivo e con mosse a sorpresa come quella di Leonardo Spinazzola ed Emre Can centrale aggounto. Tutto il contrario dell’andata, quando i bianconeri aveva atteso tanto, troppo, al Wanda Metropolitano subendo il gioco della squadra di Diego Simeone. Così la Juventus si era ritrovata a dover ribaltare il doppio svantaggio. Novanta minuti in cui dare tutto, tutti, e sperare nella serata magica di Cr7. Che è arrivata. Il portoghese ha sublimato con i suoi gol il gioco dell’intera squadra: il dominio difensivo di Chiellini-Bonucci, tornati ad essere il consueto muro; la lotta in mezzo al campo di Emre Can e Matuidi, perfetti nel cucire e ribaltare le situazioni; la partita imperiale di Bernardeschi, culminata nel cross per il primo gol e nella fuga sulla sinistra dopo 80 minuti di battaglia dalla quale è nato il rigore valso il passaggio del turno.

Al centro di tutto, lui, Cristiano Ronaldo. Faccia cattiva fin dal riscaldamento, il numero 7 ha iniziato a costruire la rimonta al 27esimo mettendo alle spalle di Oblak il traversone di Bernardeschi con unp stacco perfetto. Poi il raddoppio al 49esimo, ancora con un colpo di testa, questa volta sul cross di Joao Cancelo. In quel momento, con oltre 40 minuti da giocare davanti e la partita infilata sui binari giusti, non è rimasto che attendere il momento più propizio. Allegri ha rinfrescato la squadra inserendo di Dybala e Kean, che ha avuto l’occasione buona a un quarto d’ora dalla fine mandando sul fondo col sinistro.

Ma l’inerzia era ormai girata e Cristiano si è avventato sui quarti all’83esimo. La chance gliel’ha fornita Bernardeschi su un piatto d’argento con una discesa di 40 metri ostacolata in area da Correa, che un po’ lo spinge e un po’ incrocia la sua corsa con il ginocchio sul piede: Kuipers non ha dubbi e indica il dischetto. Ci va Cr7, ovviamente, per completare il capolavoro ed evitare anche la lotteria dei supplementari. Dell’Atletico che pareva inaffondabile dopo l’andata, abituato a giocare partite di questo tipo, quindi solido mentalmente e ancora più temibile, restano le macerie. Il Cholo Simeone e il suo cholismo si inchinano al migliore di tutti. È una storia che i colchoneros conoscono bene, da quando il loro incubo peggiore vestiva la maglia del Real Madrid. Quest’anno l’hanno incrociato a Torino: è andata come al solito.

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