Il mondo FQ

Il Giornale, redazione contro l’editore Paolo Berlusconi: “Tagli le rendite dei suoi parenti prima dei nostri stipendi”

La rappresentanza sindacale dei giornalisti ha dato una settimana all'azienda per presentare un piano di rilancio e chiarire se ci sono le risorse per eventuali esodi incentivati. Poi potrebbe scattare un altro sciopero. "Nei conti due buchi neri: gli articoli del quotidiano messi gratis sul sito fin dal mattino e i compensi a persone legate alla famiglia. Nei prossimi mesi ci sono scadenze elettorali ma se vogliono la pace sociale non gliela daremo..."
Il Giornale, redazione contro l’editore Paolo Berlusconi: “Tagli le rendite dei suoi parenti prima dei nostri stipendi”
Icona dei commenti Commenti

Dopo lo sciopero del 5 settembre, il primo nella storia della testata, la redazione de Il Giornale è ancora sul piede di guerra contro i contratti di solidarietà al 30% proposti dall’editore Paolo Berlusconi. La rappresentanza sindacale dei giornalisti (cdr) ha dato una settimana di tempo all’azienda per presentare un piano di rilancio che consenta di invertire la tendenza al calo dei ricavi dalle vendite e dalla pubblicità “ben più consistente rispetto alla media complessiva dei quotidiani nazionali” e per chiarire se ci sono le risorse per pagare una congrua buonuscita a chi accettasse di andarsene. Venerdì prossimo, senza risposte soddisfacenti, il cdr è pronto a dichiarare un’altra giornata di astensione dal lavoro.

“Sulla solidarietà al 30% non è nemmeno partita la trattativa perché è un sacrificio eccessivo per le nostre finanze”, spiega al fattoquotidiano.it Luca Fazzo, che fa parte del cdr del quotidiano fondato da Indro Montanelli. “Peraltro quella riduzione equivale ad ipotizzare 22 esuberi, e con 22 persone in meno non possiamo fare il giornale. Prima di tagliare i nostri stipendi, comunque, chiediamo che l’azienda affronti due buchi neri che peggiorano di molto i conti. Innanzitutto è folle che gli articoli del cartaceo siano disponibili gratuitamente sul sito fin dal mattino, cannibalizzando le vendite. E su questo c’è stata una cauta apertura a introdurre un paywall. Poi ci sono molti altri sprechi da cui partire: parlo delle rendite di posizione legate a rapporti famigliari della famiglia Berlusconi. Ci sono parenti e congiunti pagati per compiti che potrebbero essere affidati ad altri con costi molto più bassi”.

Quanto agli esodi incentivati, “il direttore Sallusti ha chiesto ad ognuno quanti soldi vorrebbe, ma l’azienda ha frenato perché non è detto che ci siano risorse sufficienti”. Il timore della redazione è che “finiamo come il Milan…fino a quando Berlusconi è in politica avrà bisogno di un giornale, ma quanto durerà? Per adesso, se voleva la pace sociale in periodo elettorale sappia che non gliela daremo”. “Nei mesi che abbiamo davanti cadono importanti scadenze elettorali”, ribadisce il comunicato del cdr diffuso venerdì, “ed è fondamentale che in edicola i lettori trovino sempre il nostro quotidiano che dalla sua nascita rappresenta una voce irrinunciabile per l’opinione pubblica italiana e un riferimento altrettanto irrinunciabile per quella sua parte di orientamento moderato e di forti convinzioni liberali“.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione