Per Matteo Salvini la richiesta del tribunale dei Ministri di Catania di processarlo sul caso Diciotti è “un’evidente invasione di campo di qualche giudice di sinistra che vuole fare politica”. Il leader del Carroccio, parlando con i giornalisti dai gazebo della Lega a Milano, ha detto di essere “tranquillo”. E a domanda diretta nel merito, ovvero se vuole farsi processare, ha preferito non esprimersi, ma lasciare la parola a Palazzo Madama: “Decida il Senato”, ha detto. Nessuna indicazione pure sul come si comporterà la Lega al momento di votare nella Giunta per le immunità: “Il Senato è libero”, ha risposto. “Il Parlamento è libero. Gli italiani sono un popolo libero. Giudichino se sto facendo bene il ministro o se ho commesso un reato. Io in piena coscienza penso di lavorare ogni giorno per difendere i confini, le leggi, le regole e la sicurezza del mio Paese”. Per Salvini la vicenda non avrà effetti sugli equilibri del governo, nonostante i 5 stelle abbiano già detto di essere intenzionati a esprimersi a favore del processo: “Abbiamo così tante cose da fare al governo. Di crisi di governo non ne voglio sentir parlare”.

Per i 5 stelle “la linea è chiara” e voteranno a favore del processo. Anche se, hanno ribadito ancora, la decisione di tenere i 177 migranti sulla Diciotti per cinque giorni in attesa di una soluzione, era stata condivisa da tutto il governo. Temporeggia il Partito democratico che ha rimandato la decisione a dopo che “saranno state esaminate le carte”. Chi ha già detto che si esporrà per il no sono Forza Italia, ma pure Fdi di Giorgia Meloni. Gli azzurri hanno usato parole simili a quelle del leader del Carroccio: “Se vincerà il sì al processo, sarà golpe rosso”, ha detto Francesco Giro. Salvini ha infatti accusato alcune “toghe di sinistra”, ma ha anche detto di aver ricevuto il sostegno di tanti altri: “Ho il cellulare pieno di messaggi di magistrati, avvocati, giudici e uomini di chiesa liberi. Andiamo avanti a testa alta con coraggio ed onestà”, ha detto tra gli applausi. Quindi la battuta: “Portatemi le arance se vado a San Vittore”. Mentre parlava al gazebo di Milano però, è stato anche contestato da due ragazze che gli hanno urlato: “Fascista e omofobo”.

M5s verso il sì all’autorizzazione a procedere
Se ieri si è esposto per primo il senatore M5s Gianluigi Paragone in favore dell’autorizzazione a procedere contro Salvini, oggi hanno parlato altri due esponenti dei 5 stelle: Carlo Sibilia e Stefano Buffagni. “La linea del Movimento 5 stelle”, ha detto il sottosegretario al Viminale Sibilia, “è chiara e credo che faccia bene a tutti, anche a Salvini, andare fino in fondo in questa storia”. Stessa posizione ribadita anche dal sottosegretario agli Affari regionali Bufffagni: “Salvini ha già detto che vuole essere processato, crediamo che sia una scelta giusta”. Anche se poi ha precisato: “Lui ha operato sul mandato del governo, quindi le scelte che ha fatto sono state condivise”. Nessun commento per ora è arrivato dal viceministro e leader M5s Luigi Di Maio. Mentre il ministro M5s della Giustizia Alfonso Bonafede ha detto di non volersi esprimere: “La linea è chiara. Rispetto l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, e non entro nel merito. Non posso però che ribadire che è stata un’azione condivisa da tutto il governo. Riguardo al voto in Parlamento, però, voglio dire che io sono il ministro della Giustizia e, secondo me, sarebbe molto poco rispettoso verso il Parlamento, esprimere una posizione su come dovrebbe votare. E’ giusto che il ministro della Giustizia non si esprima”.
 
Berlusconi: “Noi siamo sempre garantisti”. E Fdi: “Voteremo contro l’autorizzazione”
“Noi siamo garantisti e continuiamo ad esserlo…”, è stato il commento di Silvio Berlusconi durante un comizio in Abruzzo. Poco dopo sono intervenuti i suoi: “Se il Senato darà il via libera alla magistratura di inquisire un vice premier per il reato di sequestro di persona, vorrà dire che si renderà responsabile di un golpe rosso”, ha detto il senatore di Fi Francesco Giro. Chi voterà contro è anche Fratelli d’Italia: “Consideriamo francamente vergognoso”, ha detto la leader Giorgia Meloni interpellata dai giornalisti, “che venga indagato un ministro che fa il suo lavoro quando nessuno ha pensato a indagare ministri che facevano favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E considero ancor più vergognoso che il M5s intenda invece votare a favore dell’autorizzazione a procedere. Mi chiedo davvero da che parte stiano i grillini”.

E il Pd prende tempo: “Ci vedremo lunedì 28 per leggere le carte”
Silenzio nel merito da parte del Partito democratico. “Dovremmo vederci lunedì per discutere e soprattutto per avere il tempo di leggere con attenzione le carte, cosa che farò tra sabato e domenica”, ha detto Giuseppe Cucca, vice presidente del Pd della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, quella che la prossima settimana dovrà esaminare il ‘caso Salvini’. “La vicenda è articolata, la Procura aveva archiviato e invece il tribunale ha ritenuto di dover scindere due tipi di comportamenti, ‘ante attracco’ e ‘post attracco’”, ha detto all’agenzia Adnkronos. “Siamo a livello di ipotesi. Io di professione faccio l’avvocato e preferisco leggere gli atti, talvolta si colgono delle sfumature che magari prima sfuggono. Poi una idea approfondita ce la faremo”. Per Cucca è quindi “prematuro” esprimersi sulla vicenda Salvini, anche perché c’è un’altra questione: “C’è una procedura da seguire: Salvini prima ha detto ‘sto pensando di farmi processare’. Poi, ‘decide il Senato’. Insomma, non si comprende quale atteggiamento voglia assumere. Perché se decide il Senato è evidente che i numeri non lasciano spazio ai dubbi”. L’esponente del Pd ha spiegato ancora: “Se uno rinuncia all’immunità è evidente che non si va neanche avanti, non si approfondisce perchè saranno i giudici a decidere. Nell’altra ipotesi, lo scenario è diverso. Per questo dico vediamo le carte, con calma. Anche perché l’aula è sovrana. La Giunta, poi, non è un organo politico”. Tra l’altro, sottolinea sempre Cucca, “questo caso è difficile, stiamo parlando di un iter particolare rispetto a quello per l’insandicabilità. Io ero componente della Giunta anche nella scorsa legislatura e abbiamo avuto solo altri due casi, quelli di Matteoli e Tremonti, che tra di loro erano ancora differenti e comunque differenti da quello di Salvini”.

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