Televisione

Federica Lisi Bovolenta ricorda il pallavolista scomparso: “Non aveva un cuore debole, aveva un cuore grande. E alle coppie che non possono avere figli dico: abbiate speranza”

Nel salotto di Mara Venier a Domenica In la vedova del campione ha raccontato la vita dopo la tragica scomparsa di lui con i suoi cinque figli

di Giuseppe Candela

Il 24 marzo 2012 il cuore di Vigor Bovolenta, a soli 37 anni, smise di battere nel bel mezzo di una partita che stava disputando a Macerata. Una data drammatica per lo sport ma ancora di più per la sua famiglia, formata dalla moglie Federica Lisi e dai suoi quattro figli, poi diventati cinque qualche mese dopo. Il ricordo del centrale azzurro di pallavolo è rimasto intatto nella memoria di tutti: “Lui era una brava persona, una bella persona. Non aveva un cuore debole, aveva un cuore grande. Era una persona molto buona, altruista, professionale nel lavoro e simpatica. In chiesa, al funerale ho detto che era un ca**one e c’è stata un’energia”, ha dichiarato la Lisi a Domenica In.

Nel salotto di Mara Venier ha ripercorso anche il dolore legato alla morte del marito, quando medico le disse che Vigor non c’era più: “Io mi sono alzata, ho sentito una forza nello stomaco e ho pensato non mi ammazza più nessuno, io campo cent’anni”. Proprio nei momenti più difficili la notizia dell’arrivo del quinto figlio che oggi ha cinque anni: “Andrea è arrivato nella famiglia giusta e nel momento giusto. Quando l’ho scoperto ho alzato gli occhi al cielo e ho detto dimmi cosa devo fare. Ed è stato per Bovo un passaggio, la morte mette paura ma è un passaggio”.

La vedova del campione nel corso della lunga chiacchierata ha ricordato il loro primo incontro con annesso colpo di fulmine e le difficoltà per diventare madre: “A 26 anni quando ti senti dire non potete avere figli ti vedi davanti un ostacolo, una montagna immensa. Stavamo provando ad avere dei figli da giovani ma non venivano, abbiamo fatto accertamenti e abbiamo trovato il problema. In questi casi o scoppi o ti prendi per mano, noi ci siamo presi per mano e da lì abbiamo fatto quattro angeli”.

La coppia è infatti ricorsa alla fecondazione assistita: “Non è facile per noi donne, il consiglio che do alle coppie è che la speranza è l’ultima a morire. Tante coppie non riescono. Capisci che se non viene qualcosa non è la tua strada, ma per qualsiasi cosa c’è il piano B e può essere bello ugualmente”.

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