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Legge di bilancio, per le banche è già arrivato Babbo Natale

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Babbo Natale è già arrivato per le banche. Regali e doni per gli istituti di credito provengono dal governo giallo-verde, paradossalmente autonominatosi del “cambiamento”.  Nulla di diverso invece rispetto al passato. 

Mentre il nostro Paese è infatti attraversato da una tempesta politica, economica e finanziaria, il  “governo della controrivoluzione” sembra essere invece fedele ai principi del “difendere l’indifendibile” enunciati dall’economista Walter Block che da 40 anni a questa parte ha deciso, nella sua concezione libertaria, di proteggere le figure, i comportamenti e le pratiche più discusse e considerate immorali. 

L’ultimo regalo all’indifendibile casta bancaria lo troviamo nella modifica alla legge di bilancio approvata dal Parlamento la settimana scorsa, laddove è prevista l’introduzione di un doppio scudo protettivo per le banche non quotate.

Il primo dono riguarda la concessione alle banche non quotate della possibilità di derogare il rispetto dei principi contabili internazionali (Ifsr9) che prevedono, al fine di tutelare il risparmio depositato dai cittadini, prudenziali e precalcolati accantonamenti per i crediti deteriorati e deteriorabili. Con questo emendamento invece le piccole banche, quelle maggiormente esposte al rischio della valutazione creditizia soggettiva e personalizzata, avranno la libertà di poter contabilizzare le perdite su gli Npl con criteri “alla italiana” nascondendo praticamente ai cittadini e agli analisti la riduzione, secondo quanto riportato da BankItalia, di circa 47 (!)  punti di CET1, l’indice che ci dice con quali risorse, pronte per l’uso (dette anche primarie), l’istituto oggetto di valutazione riesce a garantire i prestiti concessi ai clienti e i rischi rappresentati dai crediti deteriorati, cioe’ non restituiti.

Il secondo “regalo” riguarda invece la sterilizzazione dell’effetto spread (oltre 300 punti) sul patrimonio delle banche non quotate che, essendo piene titoli di Stato, vedono fortemente ridursi il valore degli attivi di bilancio. Ovviamente BankItalia, per effetto del rapporto incestuoso con le banche, ha dato il suo ok. Si aspetta solo la conferma da parte della Bce che non dovrebbe tardare ad arrivare visto che per la Germania questi privilegi sono stati già approvati. 

A ogni modo, in entrambi i casi si sta legittimando il falso in bilancio delle banche! Per consentire alla banche di presentarsi con il vestito (bilancio) delle grandi occasioni, si consente alle stesse di acquistare l’abito al mercato del falso. E allora, se i giallo-verdi proprio non riescono a scontentare la lobby finanziaria, devono consentire, per par condicio, anche alle aziende (soprattutto piccole imprese) di rivalutare in bilancio le poste dell’attivo (immobili, partecipazioni, marchi, brevetti, disponibilità, ecc) senza alcuna tassazione. 

Altrimenti non meravigliamoci poi della piccola evasione fiscale delle piccole imprese. Perché in realtà, nei libri di Block “indifendibile” è la libertà degli esseri umani, considerata come valore assoluto anche quando porta a conseguenze che moralmente non approviamo.

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