I dubbi dell’Europa (e non solo) sulla manovra, la manina che inserisce condoni e scudi nel decreto fiscale, il Tap che s’ha da fare senza tante storie. Mentre il Movimento 5 stelle deve fare i conti con i malumori della base e i “vili attacchi” che provengono dall’esterno, Luigi Di Maio calca l’elmetto e scende in trincea, anche se solo dal punto di vista verbale, per difendere l’operato del governo.

“Siamo sotto attacco, è vero, ma siamo seduti dalla parte giusta della Storia e se avanzeremo insieme compatti anche la vittoria di questa battaglia sarà nostra – scrive il vicepremier e capo politico del M5s sul Blog delle Stelle – Ma dobbiamo essere compatti. Molto compatti. Fusi insieme. Come lo era la testuggine romana” che “veniva usata in particolare durante gli assedi. E’ bene infatti avere molto chiaro che dalla compattezza della testuggine del Movimento dipende non solo il futuro del governo, ma anche quello del nostro Paese”.

“Oggi nel nostro esercito alcuni stanno dando segni di cedimento e visto che tra di noi siamo in famiglia è bene che queste cose ce le diciamo. Questi cedimenti non ce li possiamo permettere. Non possiamo permetterceli come MoVimento 5 Stelle, non possiamo permetterceli come governo e soprattutto non possiamo permetterceli come Italia”, scrive il ministro del Lavoro. Che sottolinea: “Tutto quello che stiamo facendo rispetta i 20 punti che abbiamo presentato in campagna elettorale, quello che abbiamo votato su Rousseau e i nostri principi. Non permetterei mai che passasse qualcosa contrario ai nostri valori e mi sembra di averlo dimostrato perché appena ho visto la manina sul decreto fiscale, ho fatto il diavolo a quattro e abbiamo rifatto il consiglio dei ministri per sistemare le cose per come dovevano essere. Quindi non passerà mai nulla che vada contro i principi del MoVimento 5 Stelle. Qualcuno di noi però si sta prendendo a cuore alcune cose, alcuni dettagli che sollecitano una loro sensibilità individuale, non un nostro valore comune“.

“Ogni singolo problema va affrontato e anche le sensibilità di ognuno hanno un grande valore, ma mai al punto di mettere in discussione il supremo bene collettivo dei cittadini. Le decisioni nel M5S si prendono sempre a maggioranza e per questo devono essere accettate da tutti i singoli componenti. Non possiamo rischiare che reddito di cittadinanza, superamento della Fornero, eliminazione delle pensioni d’oro, investimenti per le imprese, riaffermazione della nostra sovranità come Paese vengano rimessi in discussione perché qualcuno decide di fare un passo indietro di testa sua. In quel caso se ne assumerà le responsabilità”, scrive.

“Vogliono dipingerci agli occhi degli italiani come gente che non rispetta le promesse e sminuendo, censurando o stravolgendo il senso di tutti i risultati raggiunti. Quando invece nel giro di quattro mesi e mezzo abbiamo portato a casa metà del programma elettorale votato da un terzo degli italiani. E scusate se è poco, anche se c’è ancora tanto tanto da fare prima di rendere questo Paese all’altezza dei nostri sogni. Questi vili attacchi da tutti i fronti esterni hanno varie conseguenze e state vedendo lo spread che si alza, i commissari Ue che sono uomini di partito che ogni giorno sparano contro l’Italia, le agenzie di rating che o abbassano il rating o parlano di ‘outlook negativo’ perché alla fine tutti sanno benissimo che i fondamentali dell’Italia sono solidissimi e che non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall’euro”, sottolinea il vice premier.

“Questo attacco sconsiderato da parte di nostri concittadini capi di partito, direttori di giornali e burocrati, non sono solo contro il governo e contro il MoVimento 5 Stelle, ma contro tutta l’Italia. Anziché stare dalla parte del popolo che rialza la testa, hanno deciso di stare dalla parte delle élite“, sottolinea.

La questione che scotta di più, al momento, è quella del Tap, il gasdotto Trans-Adriatic Pipeline che porterà in Italia e in Europa gas naturale proveniente dall’area del Mar Caspio. “Il risarcimento” che lo Stato potrebbe dover pagare in caso di mancata costruzione “è anche più alto di 20 miliardi“, ha detto Di Maio a margine di un evento di Fs a Marcianise. “Noi ci siamo battuti contro quest’opera. Se fossimo andati al Governo nel 2013 quest’opera non si sarebbe fatta, ci siamo arrivati nel 2018 dopo che il Pd e i governi precedenti hanno fatto accordi internazionali e firmato accordi con il Tap e questo genera una serie di miliardi di euro da sborsare che oggi lo Stato italiano non si può permettere”.

“Quando abbiamo fatto il contratto di governo abbiamo detto che il Tap sarebbe rientrato in uno studio costi-benefici – ha proseguito il vicepremier – Abbiamo considerato che avremmo dovuto sborsare più di 20 miliardi che sono più di reddito cittadinanza e quota 100 messi insieme ed è logico che ai cittadini abbiamo dovuto dire la verità”. “Dire la verità ai cittadini non significa aver cambiato idea rispetto alla campagna elettorale – ha aggiunto Di Maio – Significa arrivare ai ministeri, studiare le carte, studiare gli accordi e fare tutte le proiezioni di rischio per le casse dello Stato. Quelli di prima hanno blindato questa opera che resta non strategica e che si poteva evitare”.

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