“Nessuna informazione obsoleta all’origine della mancata validazione del quadro macroeconomico programmatico per il 2019″. A una settimana dalla bocciatura delle previsioni inserite dal governo nella Nota di aggiornamento al Def, l’Ufficio parlamentare di bilancio pubblica un comunicato durissimo contro il governo che nel Documento programmatico appena inviato a Bruxelles sembra attribuire alle “informazioni parziali e obsolete” in mano ad alcuni analisti lo scostamento delle sue stime da quelle dell’authority indipendente.

L’Upb definisce “sorprendente” quel paragrafo del Dpb e ribadisce che la validazione “riguarda il quadro nella sua interezza” e la decisione è stata presa “sulla base esclusivamente delle variabili esogene e delle informazioni sulla struttura della manovra fornite dal Ministero dell’Economia e finanze dopo la pubblicazione della Nadef, informazioni che non si devono ritenere né parziali né obsolete”.

Anche il ministro Giovanni Tria, durante l’audizione in cui ha annunciato che il governo avrebbe confermato le proprie previsioni a dispetto della bocciatura, aveva usato parole simili a quelle messe nero su bianco nel Documento programmatico di bilancio, ma con una differenza sostanziale: le stime “pubblicate in tempi diversi e sulla base di informazioni parziali o obsolete” erano attribuite a “analisti di mercato o istituzioni internazionali“. Il Dpb invece recita: “Oggetto di discussione dovrebbe essere unicamente la valutazione dell’impatto sul quadro macroeconomico della manovra di finanza pubblica, e non la misura in cui la previsione ufficiale si discosta da quelle formulate da altri analisti, pubblicate in tempi diversi e sulla base di informazioni parziali o obsolete”. Una formulazione che, spiegano dall’Upb, risulta ambigua perché può far pensare che gli “altri analisti” siano i tre istituti (Cer, Prometeia e Ref.ricerche) delle cui stime l’Ufficio tiene conto per valutare se i numeri del governo sono credibili.

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