Un proiettile calibro 7,65 è stato spedito a Claudio Fava, presidente della commissione regionale Antimafia della Sicilia. Gli agenti della Digos hanno sequestrato la busta, arrivata proprio negli uffici della Commissione, e avviato le indagini per provare a identificare l’autore dell’intimidazione. “Non ho dichiarazioni in merito. Sicuramente il nostro lavoro andrà avanti”, ha detto il deputato dell’Ars.

Venerdì l’Assemblea regionale siciliana ha approvato il ddl voluto dall’ex parlamentare sull’obbligatorietà per i deputati regionali di dichiarare l’eventuale appartenenza a logge massoniche.  Un provvedimento – passato con 39 voti favorevoli e 2 contrari – giudicato “mostruoso sul piano giuridico e morale” dal Grande Oriente d’Italia.

Ad aprire il plico sono stati alcuni collaboratori di Fava, che hanno immediatamente avvertito la polizia. L’Antimafia, sotto la sua guida, sta lavorando a diverse istruttorie, tra cui quelle sul cosiddetto “sistema Montante”, l’ex presidente di Sicindustria arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, e sul depistaggio nella strage di via D’Amelio.

“Al presidente Fava va la convinta solidarietà e la vicinanza del governo regionale. Episodi di intimidazione grave come questo vanno condannati, senza tentennamenti. Evidentemente c’è ancora chi pensa che con le minacce si possa cambiare il corso delle cose””, dice in una nota il governatore Nello Musumeci. “Sono solidale con Fava ed esprimo massima solidarietà anche a nome dell’intero Parlamento siciliano, per l’ennesimo preoccupante episodio intimidatorio, che rivela un clima di odio che va condannato – è stato il commento di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars – Siamo certi che Fava proseguirà nel suo impegno politico di denuncia e per l’affermazione della legalità, senza lasciarsi turbare da questo vile episodio”.

Anche il gruppo del Pd in Regione ha espresso “solidarietà” tramite il capogruppo Giuseppe Lupo, che chiede a forze dell’ordine e la magistratura di “far luce su un episodio che inquieta” ma che “siamo certi, non interferirà con il lavoro importante e delicato che Fava sta portando avanti all’interno del Parlamento regionale”. Secondo i PartigianiDem, invece, “questo atto conferma la presenza di un clima che si ricomincia a respirare in Sicilia” e le “giuste battaglie” che Fava “sta conducendo, in seno all’Ars e nel territorio siciliano, cominciano a dare fastidio“. Solidarietà a Fava è stata espressa da Laura Boldrini, da Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, capigruppo di Camera e Senato del Movimento 5 Stelle, dall’ordine dei giornalisti, dalla Fnsi, dall’Unci e da Liberi e Uguali.

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