Governo M5s-Lega? C’è un grado grado di incompetenza gigantesco che sta creando una grandissima confusione sul mercato del lavoro, a partire dal decreto di dignità. Trovo anche davvero stravagante questo intervento della Consulta sul Jobs Act e non è il primo. Questo creerà un grosso problema del mercato del lavoro italiano”. Sono le parole dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ospite di 24 Mattino, su Radio24. “Tutti vogliamo che il lavoro sia il più stabile possibile” – continua – “Ricordo che in Italia su 23 milioni di disoccupati i contratti a termine sono un po’ più di 3 milioni, quindi anche questa descrizione di ‘mondo di precari’ è esagerata. C’è una sola strada per aumentare i contratti a tempo indeterminato: fari sì che il costo del lavoro a tempo indeterminato sia più basso, tagliando il cuneo fiscale contributivo. Noi l’abbiamo fatto in modo sbagliato, anche se ha funzionato perché abbiamo prodotto mezzo milione di contratti a tempo indeterminato in più, però con una decontribuzione saltuaria che invece doveva essere strutturale. Io, all’epoca, dissi che era opportuno fare questo anziché gli 80 euro”.
E aggiunge: “Altre invenzioni creano soltanto confusione. E questo grande caos è pericolosissimo per un Paese come il nostro. Mi piacerebbe sentire la voce degli imprenditori e di Confindustria, non nel modo flebile in cui si sta sentendo. Questo Paese sta rischiando letteralmente il botto, pezzo dopo pezzo. Ieri si è dimesso il presidente dell’Ice (Istituto del commercio estero), Michele Scannavini, un assoluto fuoriclasse del settore privato. Ogni giorno si perde un pezzettino di lavoro fatto, a vantaggio di una confusione di proporzioni gigantesche”.

Calenda annuncia poi la sua partecipazione alla manifestazione organizzata dal Pd a Roma il prossimo 30 settembre: “Ci vado assolutamente, ma non per il Pd. Partecipo perché questo governo è pericoloso. Bisogna dirlo con chiarezza. Mi trovo nella situazione surreale per cui ogni giorno le persone del Pd mi chiedono: ‘Ma perche’ non esci e non fai un altro partito’? E’ una cosa surreale, ma a forza di dirlo puo’ darsi che prima o poi la cosa accada. Mi piacerebbe farlo” – spiega – “con chi nella società rappresenta delle cose. Da Marco Bentivogli del sindacato a Giovannini per quanto riguarda la sostenibilità, ma anche la rete di sindaci che ha messo su il sindaco Pizzarotti. Meno professori e più gente che ha operato praticamente nella società”.

L’ex ministro, infine, sfata il mistero della “cena” da lui organizzata con Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Marco Minniti: “Dovevamo farla martedì scorso e avevano confermato tutti. Ma non si è fatta più, perché, come sempre accade nel Pd, , dopo che tutti hanno confermato, Zingaretti ha annunciato una contro-cena, che poi non si è fatta e si è rivelata una roba posticcia. Ho poi letto alcuni retroscena su Renzi e alla fine ho detto: ‘Ragazzi, non scherziamo. Amen’”. E conclude: “Io ho sbagliato a chiamarla cena, perché ho dato luogo a facili ironie. In realtà, si trattava di un incontro. E c’è un punto importante da capire: in questo momento nel Pd non ci si siede più a parlare. E non nelle cene, ma in qualunque luogo. Cioè, in una situazione così drammatica per il Paese non si riesce a mettere insieme quattro persone a parlare”

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