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Antimafia, Morra verso la presidenza: battuto Giarrusso per due voti. Il pm Di Matteo: “Istituire presto commissione”

Il senatore di Movimento 5 stelle ha battuto per due preferenze il collega nel voto interno ai pentastellati, spaccando il gruppo di 17 parlamentare che il M5s ha designato per la commissione. Il pm della Trattativa: "È il momento in cui l’inchiesta politica sul fenomeno mafioso e sulle collusioni con altri poteri può e deve fungere da sostegno e stimolo anche agli accertamenti giudiziari"
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Il nuovo presidente della Commissione antimafia sarà con tutta probabilità Nicola Morra. Il senatore di Movimento 5 stelle ha battuto per due preferenze il collega Mario Michele Giarrusso nel voto interno ai pentastellati. Nove preferenze per Morra, sette quelle per Giarrusso nello scrutinio segreto convocato in tarda serata (Marco Pellegrini ha invece votato se stesso). Il gruppo di 17 parlamentari che M5s ha designato in Antimafia, dunque, si è praticamente spaccato, preferendo per due soli voti il senatore”ortodosso”, esponente cioè della corrente più critica con la classe dirigente pentastellata.

Per Morra non si tratta ancora dell’investitura ufficiale al vertice della Commissione. La prossima settimana, a quanto si apprende, si dovrebbero riunire i componenti della stessa Commissione che voteranno il presidente. Certamente però, dopo il voto di ieri sera il favorito è proprio Morra. L’accordo della maggioranza prevede che il candidato della Commissione antimafia sia un esponente grillino e che arrivi dal Senato dal momento che nella passata legislatura la presidente era un deputato, la Pd Rosy Bindi.

Proprio oggi, tra l’altro, a parlare della commisssione che ha sede a Palazzo San Macuto è il pm Antonino Di Matteo. “È necessario ed auspicabile che la Commissione antimafia venga istituita al più presto. È il momento in cui l’inchiesta politica sul fenomeno mafioso e sulle collusioni con altri poteri può e deve fungere da sostegno e stimolo anche agli accertamenti giudiziari”, dice il sostituto procuratore nazionale antimafia intervenuto a Radio 1. Il pm è tornato a parlare della composizione della commissione parlamentare antimafia. “Nella relazione conclusiva della commissione antimafia della scorsa legislatura, ha proseguito Di Matteo – alla fine c’è un lascito: cercare di completare il percorso di verità sulle stragi. E pone sul tappeto il problema della probabilità che, assieme agli uomini di Cosa nostra, nella terribile stagione delle stragi del ’92 e del ’93, abbiano agito anche menti raffinatissime, come diceva Giovanni Falcone, che hanno orientato certe azioni della Mafia“.

Nelle scorse settimane anche il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, e il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, avevano lanciato appelli per la composizione della commissione.  Una lettera a tutti i capigruppo parlamentari e ai Presidenti della Commissione Giustizia di Camera e Senato per chiedere che di accelerare sull’antimafia è arrivata anche da una serie di associazione: dall’Arci ad Articolo 21 alla Cgil, Cisl, Uil, fino a Legambiente.

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