29 anni, una vita e un cancro al seno. “Un giorno la tua preoccupazione più grande è scegliere quale film vedere su Netflix e il giorno successivo invece be’… ti trovi a dover lottare per scacciare il più ingombrante e antipatico degli inquilini.” Dal suo blog, Isabella affronta quel male dentro col disegno, il fumetto, dando forma a una storia vera. E’ la terapia del racconto, il beneficio del “buttare fuori” e isolare la bestia fino ad estinguerla.
Lo fa disegnando, con ironia e una infinità di coraggio, disegna per dare forma a un destino che ha scelto (anche) lei. Ma il disegno è silenzio e lentezza, è vedere e vedere è capire: disegnare è capire.
Isabella non si ferma alle parole, ma compone l’immagine del suo male, lo colora, lui che promette morte viene nel fumetto costretto alla peggiore delle “condanne”: vivere e Isabella lo costringe a vivere la quotidianità, disordinare il frigorifero, abbuffarsi di gelato, violare la privacy del bagno, giocare alla play, costretti nella convivenza forzata a parlarsi per conoscersi e solo così combattersi, non c’è spazio per entrambi.
Disegnare è capire, Isabella ci disegna la sua storia e si cura anche così: “ride bene chi ride ultimo” (certe medicine non si assumono, si ridono!). Il suo blog è Triplo Guaio e ogni lettore in più è l’unione che le dà forza.
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