Le difficoltà, senza dubbio, ci sono. Ma da quando esiste, l’Unione è “un successo unico nella storia”. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è volato a Tblisi per la prima visita di Stato in Georgia, prossimo Paese a entrare nella Nato, come confermato lo scorso 12 luglio, a Bruxelles, dal segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg. E davanti agli studenti universitari della capitale ha voluto rimarcare l’importanza dell’Ue, quale “polo di attrazione imperniato sui principi della democrazia liberale, spazio di pace e prosperità”.

“La Ue mantiene il fascino – ha detto – di un progetto unico per slancio ideale e per concretezza, per chi voglia un sistema basato su regole condivise, che conducano alla convivenza, all’impegno comune e non alla contrapposizione”. Il Capo dello Stato, dopo aver incontrato l’omologo Giorgi Margvelshvili e il primo ministro Mamuka Bakhtadze, ha sottolineato come all’Unione serve “un sistema che porti a maggiore stabilità, a integrazioni a cerchi concentrici, differenziate e aperte, sintesi, e non mortificazione, delle tante identità che rappresentano la ricchezza del nostro continente”. Un segnale, questo, diretto agli euroscettici e a chi, da qualche settimana a questa parte, parla di frontiere e muri. “I giovani e la cultura rivestono, in questo contesto, un ruolo cruciale. Sono i ragazzi dell’Erasmus a rappresentare la speranza di un’Europa ‘2.0’, senza confini né mentali né materiali”.

Mattarella si è scagliato anche contro le “semplificazioni pericolose“, scongiurabili “attraverso la cultura, riuscendo così ad apprezzare le rispettive specificità e comprendere quelle altrui”. Il discorso del Presidente arriva dopo le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, all’inaugurazione della nuova Questura di Fermo: “L’Europa, che poteva essere un’opportunità in questo momento su tanti fronti, è un problema, pensiamo a migranti, banche, politica agricola, sanzioni alla Russia. A Bruxelles hanno capito che finalmente in Italia c’è un governo disposto a tutto pur di difendere l’interesse nazionale – ha aggiunto -, ci saranno i sì da dire e li diremo, se per il bene del Paese dovremo dire dei no, siamo pronti a farlo”.

Il viaggio istituzionale di Mattarella, che proseguirà in Azerbaigian, ha lo scopo di promuovere la cooperazione economico e culturale tra i due Paesi: “L’Italia è presente a sostenere sovranità e integrità territoriale della Georgia e ad accompagnare la sua crescita democratica ed economica. L’impegno della Unione Europea ad assecondare gli sforzi per superare le conseguenze del conflitto interno che ha portato alla separazione delle regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud rimane fermo, anzitutto attraverso il contributo alla graduale realizzazione di misure destinate alla crescita della reciproca fiducia”.
Sui benefici di un maggiore scambio con lUe, il Presidente ha detto che “la Georgia può produrre ed esportare senza dazi grazie all’area di libero scambio con l’Europa, ma anche con tante altre regioni del mondo. I cittadini georgiani hanno sperimentato lo straordinario vantaggio della libertà di movimento. Oltre 250mila suoi cittadini hanno visitato i paesi dell’Unione Europea dall’entrata in vigore della liberalizzazione dei visti, in poco più di un anno”.

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