A poco più di un mese dal quinto anniversario della “Tiananmen de Il Cairo” o massacro di Rabaa, il parlamento egiziano si appresta ad approvare una legge che garantirà la più completa immunità dai procedimenti giudiziari agli “alti ranghi delle forze armate” per “ogni atto commesso durante lo svolgimento del proprio dovere nel periodo compreso tra la sospensione della Costituzione del 3 luglio 2013 e la convocazione di questo parlamento, il 10 gennaio 2016”.

Il periodo di validità dell’immunità coprirà dunque il primo atto repressivo successivo al colpo di stato del 3 luglio 2013. A metà agosto di quell’anno, le forze di sicurezza egiziane uccisero almeno 900 manifestanti della Fratellanza musulmana durante lo sgombero di due sit-in a Il Cairo, nelle piazze di Rabaa e Nahda. In relazione a quel massacro, è ancora in corso un processo nei confronti di 739 imputati, tra cui il giornalista Mahmoud Abu Zeid (noto come Shawkan), il cui verdetto è previsto il 28 luglio.

Sempre in relazione a quel massacro, un cittadino irlandese di origini egiziane si è fatto oltre quattro anni di carcere prima di essere assolto da ciascuno dei 19 capi d’accusa. Per i fatti accaduti nel periodo di validità della legge, gli unici procedimenti potranno essere avviati dal Consiglio supremo delle forze armate: è assai presumibile che non ce ne sarà alcuno.

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