Ancora un naufragio e altri morti nel Mediterraneo. L’Unhcr Libia denuncia un’altra tragedia del mare: 63 persone risultano disperse dopo che il barcone su cui viaggiavano si è capovolto. Altre 41 persone sono state tratte in salvo dalla guardia costiera a largo di Zwara, riferisce l’agenzia Onu sul suo profilo Twitter. Il portavoce della Marina libica, Ayob Amr Ghasem, ha confermato che c’è stato un naufragio “sicuramente” con annegamenti al largo delle coste libiche. “Ci sono varie imbarcazioni e una era in condizioni critiche. Sicuramente ci sono dei morti”, ha detto Ghasem all’Ansa.
La Guardia costiera libica intanto ha compiuto altri due recuperi di migranti che erano su gommoni al largo delle coste occidentali per un totale di 220 persone, tutti di “diverse nationalità africane”. Il primo intervento, compiuto dalla motovedetta Talil “nella notte tra sabato e domenica”, ha riguardato 115 migranti il cui gommone era a 8-10 miglia a nord di Sorman. Il secondo, compiuto dalla stessa imbarcazione “salpata all’alba”, ha tratto in salvo 105 persone, tra cui “due bambini e 10 donne” 10 miglia a nord di Sabrata.
In entrambi i casi i migranti, dopo aver ricevuto “aiuto umanitario e medico” a Zauia, sono stati affidati “al centro di accoglienza di Al Nasr”, precisano i post.
Christine Petrè, la portavoce per la Libia dell’Oim, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, spiega all’agenzia Ansa che sarebbero più di diecimila i migranti salvati o bloccati dalla Guardia costiera libica, rinchiusi in 20 centri di detenzione in condizioni estreme, tra il sovraffollamento delle strutture e l’ondata di afa che nel paese sta facendo registrare temperature di oltre 40 gradi. “L’ultima cifra ufficiale che è stata pubblicata circa un mese fa dal governo era 7.000”, ha ricordato la portavoce senza volersi sbilanciare su cifre più aggiornate sul numero di migranti attualmente nei centri. Comunque “considerando che abbiamo avuto un elevato numero di migranti” riportati a terra “e proprio in questo momento ci sono due altre operazioni” di recupero, “parliamo probabilmente di 3.000 nelle ultime due settimane”, ha premesso fornendo elementi per una stima. “Naturalmente questo porterà a un aumento dei migranti e i centri andranno in sovraffollamento“, ha aggiunto rispondendo a domande sulle condizioni di vita nelle strutture. “Quando uno spazio molto angusto è sovraffollato, ciò ha un impatto sulla condizioni di vita” che “non sono molto buone già di partenza: potete immaginare adesso, che c’è un’ondata di calore a Tripoli con temperature sui 35-40 gradi”. “Tutti questi fattori avranno un impatto negativo sulle condizioni di vita e questo ci preoccupa molto”, ha detto ancora la portavoce dell’agenzia dell’Onu per i migranti.
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