C’è un fuorionda in cui Raffaele Cantone definisce incostituzionale il daspo per i corrotti previsto dalla prima bozza della nuova norma anticorruzione studiata dal ministro della giustizia, Alfonso Bonafede. E lo fa bisbigliando all’orecchio di Giuseppe Pignatone, che concorda con la valutazione data dal presidente dell’Anac. Il dialogo tra i due avviene durante il dibattito organizzato per presentare il terzo Rapporto Annuale sul whistleblowing da parte dell’Authorità Anticorruzione. Il primo a parlare è Cantone: “Ieri – dice – è stato preparato un primo testo dal ministro che però applica l’articolo 9 della legge…della convenzione…”. “Di Merida“, completa la frase Pignatone. Il riferimento è alla convenzione delle Nazioni Unite che all’articolo 50 (e non al 9, come citato da Cantone, che però si riferisce probabilmente a un altro testo) prevede l’utilizzo di “tecniche speciale d’investigazione”, come per esempio “le operazioni sotto copertura“: il contratto di governo siglato da Lega e M5s prevede appunto l’introduzione di questo strumento nell’ordinamento italiano.

Nel fuorionda si vede Cantone che, proprio in riferimento alla convenzione di Merida citata da Pignatone,  mima un gesto con le mani, come a dire: “Non è male“. Poi, dopo avergli dato la propria ad accoppagnarlo alla fine del convegno, il numero uno dell’Anac torna a parlare all’orecchio del procuratore capo di Roma: “Poi – dice – c’è una norma sulla nuova…per sempre…sull’interdizione.. Tutte cose incostituzionali“. Pignatone è d’accordo: “Tutte cose incostituzionali“. Il riferimento, anche qui, è probabilmente all’introduzione del cosiddetto Daspo per i corrotti, ovvero l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. “Se rafforziamo l’interdizione perpetua dai pubblici uffici è una buona scelta, così come sarebbe una buona scelta anche quella dell’agente sotto copertura, però ovviamente bisogna capire bene. Perché come ha detto bene il procuratore Pignatone è una scelta molto delicata e va molto ponderata“, ha detto invece Cantone alle telecamere del fattoquotidiano.it.

Dopo la diffusione del fuorionda il presidente dell’Anticorruzione ha spiegato al fattoquotidiano.it: “In merito alla bozza che circola sul daspo ai corrotti, ho detto al procuratore di Roma che sono convinto del modo in cui è strutturata la norma, soprattutto rispetto all’aggravamento dell’interdizione, ma evitando di estendere troppo i reati che possono portare a questa pena accessoria perché tale aspetto potrebbe presentare profili di incostituzionalità. Sono concetti che poi, nel pomeriggio, ho ribadito anche al ministro Bonafede nel corso di un incontro privato concordato da tempo”.

 

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