Silvio Berlusconi rischia un altro processo. La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex premier nell’ambito del processo Ruby ter. Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari. Il pm Laura Longo ha chiesto anche il rinvio a giudizio per Roberta Bonasia, ex infermiera di Nichelino poi diventata modella e soubrette, coinvolta anche lei nello scandalo delle cene a luci rosse di Arcore: è accusata di calunnia, falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari.

Secondo l’accusa l’ex presidente del consiglio avrebbe pagato la Bonasia per rendere testimonianze non veritiere sulle cosiddette “cene eleganti” ad Arcore nei processi sul Rubygate e i pagamenti sarebbero avvenuti a Torino. Per questo motivo  il fascicolo è stato trasmesso da Milano, dove l’inchiesta ha preso il via, al capoluogo piemontese. A decidere di spacchettare il procedimento era stato il gip Laura Marchiondelli che il 29 aprile del 2016 aveva trasferito gli atti per competenza territoriale a sette diverse procure.

Oggi è toccato alla difesa della Bonasia intervenire davanti al gup. Secondo l’avvocato Stefano Tizzani, la regazza non è punibile perché, anche ammesso che abbia reso dichiarazioni non veritiere sulle serate di Arcore, lo ha fatto per proteggere il proprio onore. Per questo motivo il legale ha chiesto per la propria assistita una sentenza di non luogo a procedere invocando una delle cause di non punibilità previste dall’articolo 384 del Codice Penale, secondo il quale non si può condannare chi ha commesso un fatto perché costretto dalla necessità “di salvare se stesso da un grave e inevitabile nocumento dell’onore”.

La procura piemontese aveva chiesto di processare Berlusconi già nel novembre del 2017. L’udienza preliminare era cominciata qualche settimana dopo. Dopo la richiesta del pm, l’udienza è stata rinviata al 1 giugno per la discussione della difesa di Berlusconi – rappresentata dagli avvocati Federico Cecconi e Franco Coppi – al termine della quale il gup dovrà decidere se sollevare il conflitto di competenze tra procure o accogliere la richiesta di rinvio a giudizio. Oggi, invece, a difesa della Bonasia ha sollecitato l’assoluzione per la ragazza.

Dalle intercettazioni disposte dalla procura di Milano nel 2012, Roberta Bonasia veniva definita come possibile “compagna” dell’allora presidente del Consiglio, circostanza che è stata sempre smentita dagli interessati. Già Miss Torino 2010 e finalista di Miss Italia, lavorava come infermiera nell’ospedale all’azienda sanitaria locale con il sogno di diventare ”diventare ballerina e show girl a 360 gradi”. Il suo nome venne fuori durante una telefonata, intercettata, tra Lele Mora ed Emilio Fede, entrambi all’epoca indagati in uno dei procedimenti. ”Roberta Bonasia ha preso possesso di tutto. Pretende tutto. Lui è preso…” dicevano. Secondo la procura di Milano per la ragazza Berlusconi avrebbe sborsato 80mila euro tra bonifici e assegni e un appartamentino nella Torre Velasca. 

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