Le stabilizzazioni dei precari e l’estensione del reddito d’inclusione, i contributi a pioggia per i comuni, quelli per la Targa Florio e per la prima regata di Gela. Ma anche duecentomila euro per i conigli selvatici. C’è davvero di tutto nella prima legge finanziaria varata dal governo siciliano di Nello Musumeci. Doveva essere una manovra snella, di appena 35 articoli. Accontentare tutti, però, è difficile: e alla fine gli articoli sono diventati 120.  Colpa dei tempi stretti rimasti per la sua approvazione. È per questo motivo – per evitare cioè di essere impallinata all’Assemblea regionale – che la finanziaria ha visto quadruplicare i suoi articoli: l’obiettivo è accogliere le richieste di più consiglieri regionali possibili in modo da essere approvata più facilmente in aula.

Dopo una lunga maratona notturna, la manovra ha ricevuto il via libera sabato mattina in commissione Bilancio. Oggi il testo avrebbe dovuto essere incardinato a Sala d’Ercole ma gli uffici non hanno ancora pronti tutti i documenti. Così l’Aula è stata rinviata a stasera alle 20, ma la discussione non inisierà prima di giovedì 26 – date le 24 ore di tempo per gli emendamenti e il giorno di festa del 25 aprile. La deadline intanto rimane quella del 30 aprile, giorno di scadenza dell’esercizio provvisorio.  “Non ci saranno sedute notturne. Potete metterci la mano sul fuoco”, ha assicurato il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché. Che, commentando il ritardo dell’arrivo della legge a Palazzo dei Normanni, ha chiesto nuove assunzioni al Parlamento regionale. “Gli uffici dell’Ars – sostiene Micciché  – non esistono più, io l’ho detto, manca il personale e bisogna fare al più presto i concorsi”.

Per il momento, ad essere assunti saranno soprattutto i precari della Regione. Il fulcro della manovra, infatti, è rappresentato dalle  stabilizzazioni previste per i precari degli enti locali, lsu, Pip e consorzi Asi. Fuori invece gli Asu per i quali l’Fp Cgil Sicilia ha già proclamato lo stato di agitazione. Le prime assunzioni saranno portate a termine dai comuni con l’obiettivo di avviare i piani di prevenzione dal rischio idrogeologico. Fondi anche per gli immancabili forestali, con stabilizzazioni e lo stanziamento di risorse necessarie per garantire il pagamento degli aumenti di stipendio.

Fra i provvedimenti più popolari c’è l’esenzione del bollo auto, dal 2019, per le famiglie già esentate dal pagamento del ticket sanitario. E poi una No tax Area (voluta dall’assessore all’Economia Gaetano Armao) per le famiglie a basso reddito, l’estensione del reddito di inclusione (provvedimento voluto dal Pd) a chi ha un reddito Isee di 7mila euro e non più di 6mila. Ventimila euro andranno alle giovani coppie che vogliono acquistare, costruire o ristrutturare la prima casa, 200mila euro  al “Reddito di libertà per le donne” per le vittime di violenza. Novità anche per i musei che invece del 30% del biglietto incasseranno il 50% nel 2018 e il 70% nel 2019.  L’assessorato all’Agricoltura, invece, investirà ben  200mila euro per il ripopolamento del coniglio selvatico.

Un milione di euro andrà ai comuni che hanno ottenuto il riconoscimento di “Borgo più bello d’Italia” e altrettanti a quelli con le spiagge insignite della Bandiera blu. Ai deputati è poi sembrato fondamentale dare un contributo da 50mila euro alla prima regata del Club nautico di Gela. E poi 300mila all’Aci di Palermo per la Targa Florio. E ancora la cultura, con i contributi per il luglio musicale trapanese, per il teatro comunale di Adrano, per la riapertura del teatro popolare Samonà di Sciacca. Si tratta di una delle tante incompiute di Sicilia: progettato nel lontano 1973 negli anni la Regione ci ha investito quasi trenta milioni di euro.  Nel frattempo la cittadinanza di Sciacca si è spaccata in due: c’è chi ha chiesto il completamento del teatro, e chi invece protesta perché lo avrebbe voltuo demolire. Con i secondi si è schierato perfino il regista Werner Herzog che aveva proposto una soluzione: fare esplodere il teatro per rappresentare il Crepuscolo degli Dei di Wagner tra le macerie. Un’idea mai messa in pratica, dato che per abbattere l’intera struttura si sarebbero dovute piazzare cariche di tritolo sufficienti a distruggere mezza città.

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