Vivace botta e risposta a Coffee Break (La7) tra la ricercatrice in Economia, Marta Fana, e il fotografo Oliviero Toscani. Quest’ultimo stigmatizza il lavoro a tempo indeterminato: “Il tempo indeterminato esisterà forse dopo che moriremo, prima non c’è niente di indeterminato, anzi è una disgrazia. Io, al pensiero di avere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, me ne andrei in crisi, perché non potrei più cambiare. E non lo dico da 18enne, ma da 76enne. Ancora adesso sarei in crisi se dovessi sapere di avere un lavoro a tempo indeterminato. Figuriamoci un ventenne”. E aggiunge, rivolgendosi a Marta Fana: “Se avessi un lavoro a tempo indeterminato in un’azienda che non rispetto, sarei un cattivo lavoratore. E io credo che tutta questa mentalità sia molto vecchia, cara la mia signora”. “Ma guardi che lei può cambiare lavoro se ha un contratto a tempo indeterminato. Mica la tengono legato”, replica la ricercatrice. “Sì, potrei cambiare” – ribatte Toscani – “però il solo pensiero di avere un lavoro a tempo indeterminato a me personalmente metterebbe in crisi. Non lo vorrei mai. Lo rifiuterei dal principio. Ed è una cosa che va insegnata. Bisogna essere liberi“. Fana controbatte: “Liberi? Non avere un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti significa che si può essere licenziati e non avere più il diritto al reintegro anche senza giusta causa. Stiamo parlando di cose diverse, non della costrizione a lavorare sempre nella stessa azienda”. Toscani poi critica i giovani italiani: “Siamo ragazzi un po’ viziati, indubbiamente e mediamente. Io ho a che fare coi giovani di tutto il mondo e vedo che quelli italiani sono particolarmente viziati. C’è poco da fare, siamo fatti così, perché ci sono troppe mamme. Ogni maschio italiano si sente il più bello, il più buono e il più bravo del mondo”

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