Accusato da un servizio di Striscia la Notizia di aver ricambiato la concessione di un comitato elettorale con la promessa di assumere due persone, si dimette l’assessore allo Sviluppo Economico della Puglia, Michele Mazzarano. È il terzo componente della giunta di Michele Emiliano ‘costretto’ alle dimissioni negli ultimi mesi, dopo Gianni Giannini coinvolto in un’inchiesta per corruzione e Filippo Caracciolo recentemente finito in un’indagine per corruzione e turbativa d’asta. Secondo un testimone che ha parlato con il programma di Antonio Ricci, Mazzarano avrebbe promesso di assumere i suoi due figli ricevendo in cambio la concessione gratuita di un locale a Taranto dove allestire il suo comitato elettorale per le Regionali del 2015.

Il politico, già capogruppo del Pd in Regione, secondo l’uomo che non si è mostrato in volto nel servizio avrebbe detto: “Ti faccio entrare i tuoi figli in un’azienda Asl o in qualche altra azienda, adesso vediamo, e tu ti paghi il locale”. Dopo il voto, sarebbe poi effettivamente arrivato un posto di lavoro in un’azienda di pulizie che lavora all’interno dell’Ilva di Taranto. Nulla, invece, per l’altro figlio.

A quel punto, l’uomo avrebbe preteso il pagamento (16mila euro) di affitto del locale scrivendo una lettera a Mazzarano. E ha anche registrato un colloquio con l’assessore, mandato in onda da Striscia, nel quale si sente: “Ti posso dire che, come ho fatto per tuo figlio, devo impegnarmi per l’altro figlio. Punto. Quando quello mi dirà che potrà fare qualche assunzione, il nome di tuo figlio io lo darò”, dice Mazzarano. “Statevi calmi e risolviamo il problema”, aggiunge poi specificando che in passato ha già fatto assumere 8 persone.

Nella tarda mattinata, le dimissioni: “Restituisco le deleghe nelle mani del presidente”, ha comunicato l’assessore aggiungendo di essere “perseguitato da tre anni”. Ilfattoquotidiano.it lo aveva raggiunto telefonicamente poco prima: “Sono stato vittima di un’estorsione. Sto andando in procura per presentare un esposto”, aveva detto. Perché non lo ha fatto prima? “I miei avvocati mi avevano chiesto di aspettare, di avere delle carte in mano. I carabinieri comunque sono stati informati passo dopo passo. Il figlio di quell’uomo è stato assunto regolarmente attraverso un’agenzia interinale“.

Nel video trasmesso da Striscia la Notizia, però, si parla anche di altre 8 assunzioni: “Una frase estrapolata da un discorso molto più ampio. Così il senso è stravolto“. Poco dopo, la decisione di fare un passo indietro. Emiliano, che “ha preso atto” delle dimissioni, auspica che “la vicenda possa al più presto chiarirsi” e ringrazia l’ex assessore “per la sensibilità dimostrata”.

Dall’inizio della sua amministrazione, sono cinque gli assessori che hanno lasciato la giunta guidata dall’ex sindaco di Bari. Il 7 febbraio scorso, in piena campagna elettorale per le Politiche, fu l’assessore all’Ambiente, Filippo Caracciolo (Pd), indagato per corruzione e turbativa d’asta, a comunicare la sua decisione di rimettere le deleghe. Prima di lui, nel luglio dello scorso anno, era stato l’assessore ai Trasporti e Lavori pubblici, Gianni Giannini (Pd), a dimettersi dopo aver appreso di essere indagato in una inchiesta su presunte tangenti in cambio di appalti in alcuni comuni nel Barese.

Nemmeno una settimana dopo si dimise (ma per motivi politici e non giudiziari) l’assessore all’Ambiente, Mimmo Santorsola di Sinistra Italiana. Nell’ottobre 2015, si era invece dimesso per ragioni di opportunità, l’allora assessore regionale al Turismo, Gianni Liviano D’Arcangelo, esponente della civica Emiliano Sindaco di Puglia, dopo la pubblicazione di un articolo in cui si parlava di un appalto per organizzare gli Stati generali della cultura affidato dalla Regione con procedura diretta ad un amico dell’assessore.

In passato, Mazzarano fu accusato di finanziamento illecito ai partiti per 10mila euro che – secondo la procura di Bari – ha ricevuto da Giampaolo Tarantini, l’uomo noto per il giro di presunte escort organizzato per Silvio Berlusconi. I fatti, risalenti alla campagna elettorale del 2008, si sono conclusi con un proscioglimento per prescrizione.

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