La febbre gialla, una delle più tipiche malattie tropicali, non presenti in Occidente, è provocata da un flavivirus, un arbovirus a RNA. Viene trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, sia aegypti che albopictus, e Haemagogus. Il serbatoio della malattia è rappresentato dalle scimmie. In corso di episodi epidemici anche la specie umana può diventare però una fonte epidemiologicamente rilevante di infezione: la cosiddetta “forma urbana”, contrapposta a quella rurale, più frequente e limitata a zone lontane dai centri abitati e vicini invece alla giungla, dove risiedono i primati. Si manifesta in forma acuta con febbre e ittero. Può complicarsi con forme emorragiche e insufficienza renale. Risulta avere un tasso di letalità del 3%, che sale fino a 8-10% però nelle recrudescenze epidemiche.

Esiste da decenni un vaccino che conferisce ottima protezione con effetti collaterali molto rari. Attualmente la febbre gialla ha riguadagnato gli onori delle cronache a causa del focolaio epidemico che si sta verificando in Brasile, che sta subendo la peggiore esplosione di febbre gialla da decenni. Il virus, ora circonda le megalopoli di Rio de Janeiro e San Paolo, minacciando di diventare la prima epidemia urbana del paese dal 1942. Anche se ci sono stati solo 237 morti dall’inizio della stagione calda, che come è noto corrisponde alla nostra fredda, il tasso di letalità esploderà se il virus riuscirà a raggiungere i bassifondi e favelas dove nuvole di Aedes (A.) aegypti brulicano.

A. aegypti – nota da secoli come la temibile “zanzara della febbre gialla” – è anche il principale diffusore di Zika, dengue e chikungunya. Si riproduce sia nelle raccolte casalinghe di acqua potabile, che nelle pozzanghere che la stagione delle piogge dissemina per le strade, ha abitudini diurne e si nasconde negli angoli bui delle case e spesso riesce a pungere e infettare molti individui prima di deporre le uova. Per far fronte a quella che sta per essere considerata una catastrofe, i funzionari della sanità stanno lavorando duramente per vaccinare 23 milioni di persone. Ma lo sforzo è stato rallentato da ciò che i critici chiamano una serie di passi falsi del governo e la diffusione di false voci sul vaccino, alimentate dai soliti attivisti anti-vaccino, che hanno diffuso notizie false di morti e eventi avversi da vaccino, che si sa possono molto raramente verificarsi.

Quest’epidemia di febbre gialla è scoppiata all’inizio del 2016. Inizialmente sembrando seguire uno schema abbastanza consueto, cioè quello di una diffusione autolimitante: dalle scimmie ai taglialegna, ai cacciatori, agli agricoltori e ad altri residenti del bacino amazzonico. Il virus invece ha iniziato a spostarsi verso sud e verso est, seguendo i corridoi forestali abitati dalle scimmie verso le grandi città costiere e innescando un’emergenza sanitaria pubblica. L’uccisione indiscriminata con ogni mezzo delle scimmie ha peggiorato la situazione, perché ha impedito la ricostruzione del percorso dell’epidemia, attraverso la raccolta dei cadaveri di scimmie morte naturalmente di febbre gialla. La stagione fredda però sembrava essere venuta in aiuto e aver posto fine alla diffusione.

Ma il sollievo è durato poco, perché quest’anno è ripresa in grande stile. Il virus risorgente sta ora avanzando di oltre un miglio al giorno, e gli sforzi per fermare un’epidemia sono diventati una corsa tra il virus e i vaccinatori. Quest’anno la febbre gialla ha ucciso turisti stranieri, compresi i visitatori di Ilha Grande, un’isola tropicale a sud di Rio. Due cileni e un cittadino svizzero sono morti e alcuni visitatori provenienti da Francia, Paesi Bassi e Romania si sono gravemente ammalati. Per cui i CDC hanno raccomandato la vaccinazione anche ai viaggiatori diretti verso Rio e San Paolo.

Il vaccino è altamente efficace: una dose normalmente fornisce una protezione a vita. Ma non è innocuo. Non può essere somministrato a neonati o a chiunque abbia un sistema immunitario compromesso. Può essere somministrato a persone di età superiore a 60 anni, donne in gravidanza o bambini di età inferiore a 8 mesi solo quando il rischio di infezione è elevato.
Circa un ricevente su 100.000 soffre di una reazione pericolosa come ittero, epatite o encefalite, e circa uno su un milione muore. Su 30 milioni di persone vaccinate, potresti avere circa un massimo di 30 morti. In realtà le cose stanno ben diversamente e l’epicrisi dei casi ha ridotto ulteriormente sia il numero di eventi avversi, che la percentuale di casi letali.

Ma se la febbre gialla arriva ad infettare 30 milioni di persone, ben due milioni potrebbero morire.

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