di Iacopo Benesperi 

Premessa: sono elettore dei 5 stelle fin dagli inizi (anche se non un attivista) e decisamente di ideali di sinistra.

Il trionfo del M5S, stando alle proiezioni, lo pone in una posizione di forza come non si è vista avere da decenni per una singola forza politica. Tuttavia, il non raggiungimento del 40% per governare da soli li mette allo stesso tempo in una posizione di estrema fragilità, che potrebbe segnarne una fine prematura a seconda delle scelte che verranno fatte nelle prossime settimane, se verrà assegnato loro l’incarico di formare il governo dal capo dello Stato. Al netto delle convergenze ideali (la mia sarebbe stata M5S + LeU), realisticamente le due chance che ha il movimento di arrivare al governo sono un’alleanza o con la Lega o con il Pd. Nella conversazione ospitata da Enrico Mentana si sta parlando molto di alleanza tra M5S e Lega, mentre quella col Pd non è neanche presa in considerazione. A mio parere, però, un’alleanza con la Lega potrebbe sì consentire al M5S di governare per 5 (?) anni, ma segnerebbe anche la sua fine; al contrario, il movimento potrebbe sopravvivere ad un’alleanza con il Pd.

Molte voci dicono che i programmi della Lega e del M5S si assomigliano su diversi punti (e così può sembrare sulla carta), ma in realtà gli approcci dei due partiti alla politica sono diametralmente opposti. La Lega è ad oggi un partito quasi neo-fascista, che ha fatto (e sta facendo da diverso tempo) una campagna elettorale tutta basata sulla paura, sulla xenofobia, sul nazionalismo isolazionista. Il M5S ha sempre rappresentato un faro di speranza nell’elettorato, una ventata di aria fresca e di ottimismo, di visuale positiva del futuro. Anche nei punti dove i due programmi sembrano avvicinarsi, in realtà l’approccio verso quelle tematiche è molto diverso. Inoltre, ogni volta che c’è stata una consultazione online si è visto come la maggioranza della base è sempre stata molto più aperta e “di sinistra” rispetto agli atteggiamenti dei portavoce eletti.

Qui veniamo secondo me al punto dirimente della questione: quello dei diritti civili. Con tutti i suoi mali il Pd, che per alcuni versi è ormai tanto impresentabile quanto la Lega, è l’unico tra i due che può dare delle garanzie nell’approvazione di leggi che migliorino i diritti civili nel paese. Nella scorsa legislatura molte leggi in tema di diritti civili non sono state approvate, osteggiate o neanche presentate a causa dell’ostruzionismo di Alfano. Un’ipotetica alleanza M5S-Pd potrebbe finalmente portare all’approvazione di tutte queste leggi. Va anche tenuto conto che la scoppola (termine tecnico) presa dal Pd sconquasserà gli equilibri di partito e che molto probabilmente ci sarà una salita al vertice di persone che potrebbero rendere un colloquio col M5S molto più possibile. Inoltre, tanti dei parlamentari eletti nelle loro fila potrebbero votare ben volentieri molti dei punti del programma del M5S, finalmente liberati dalla morsa degli ordini di partito dettati da Renzi e dalla paura della non rielezione.

Un’ultima considerazione va fatta sull’elettorato del M5S. Agli inizi, è innegabile che la maggior parte dell’elettorato era composta da delusi di sinistra, che hanno visto nel M5S un’ultima chance per vedere le proprie istanze portate avanti. Il M5S ormai ha raggiunto cifre ragguardevoli e sarebbe ingenuo pensare che gli elettori siano ancora tutti o quasi appartenenti alla categoria degli inizi. Tuttavia, è innegabile credo che questo profilo di persone sia ancora una buona maggioranza all’interno dei votanti del movimento. Io parlo a titolo personale ma se ci sarà un accordo con la Lega, questa sarà l’ultima volta che voterò M5S e credo che come me lo faranno in tanti. Per questo torno al ragionamento iniziale: il M5S sia a un bivio nella sua storia che potrebbe portare a una sua fine prematura in quanto a velleità di governo. Spero vivamente, anche per il bene del paese, che il M5S abbia una lunga vita.

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