La Brexit causerà al Regno Unito una perdita tra il 2 e l’8% del Pil. Lo dice un rapporto interno realizzato per conto dello stesso governo di Londra, destinato a rimanere in ambienti governativi ma fatto trapelare nelle ultime ore da Buzzfeed, che ipotizza effetti negativi per tutti i settori dell’economia. Il documento stima una perdita di 8 punti di Prodotto interno lordo entro 15 anni in caso di un mancato accordo con l’Unione Europea, di 5 punti se si raggiungerà un’intesa di libero scambio e di 2 punti se il Regno resterà nel mercato unico e nell’unione doganale.

Downing Street non ha smentito l’autenticità del documento: fonti si sono affrettate a minimizzare, sostenendo che si tratta di pure ipotesi e che non è incluso il modello tracciato sullo scenario negoziale preferito dal governo di Theresa May: quello di un accordo che comprenda il commercio e i servizi finanziari. Mentre esponenti brexiteers hanno irriso le previsioni, “inesatte sulle aspettative del dopo referendum”, e denunciato la diffusione “deliberatamente ritagliata” del rapporto. Esponenti filo-Ue hanno invece definito allarmante il documento e ne hanno chiesto la pubblicazione integrale.

“Uscire dall’Europa rende più deboli non più forti – ha commentato su Facebook il ministro e vicesegretario del Pd Maurizio Martina – se ne stanno accorgendo anche i britannici. Se lo ricordino bene tutti gli apprendisti stregoni che dalle parti dei cinque stelle e della destra continuano a predicare l’Italia fuori dall’Unione. È vero l’esatto contrario: gli italiani si difendono stando alla testa della nuova Europa”.

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