Mi sono sentita quasi in paradiso, sfiorando con un dito la volta celestiale. Ho palleggiato a tennis nella navata della chiesa, ho dipinto in sacrestia candidi putti e ho ballato tecno music sull’altare. E’ così che Massimiliano Locatelli, architetto e interior decorator, geniale, nella chiesa sconsacrata di San Paolo in Converso, già sede del suo mega studio CLS (con le socie Giovanna Cornelio e Annamaria Scevola) ha allestito una mise en place da favola natalizia. Andiamo con ordine: ha chiamato tre chef, un siciliano, uno svedese e un vietnamita per piatti fusion serviti in porcellane decorate con filo d’oro. Centrotavoli fatti di angioletti di gesso che gli ospiti potevano dipingere secondo la loro ispirazione. Intanto si celebrava anche il finissage dell’installazione dell’artista/drammaturgo Asad Raza: il palleggio tennistico sotto gli affreschi cinquecenteschi produceva una insolita bellezza, anche meditativa, se volete.

Ma sarà anche un Natale da cani. Cioè, intendevo, chi avesse voglia di regalare anche al cucciolo di casa un cenone festivo a base di cibo fresco (basta scatolame) preparato per lui amorevolmente dalla nutrizionista Barbara Tonini con tanto di master in nutrizione canina può rivolgersi a “Dog’s Bistrot”. L’idea è balenata in tandem a Francesco Mondadori e alla fidanzata Ludovica Bonini. Il servizio a domicilio prevede il menù servito in ciotola infiocchettata.

Una staminale sotto l’albero? Perché no. Dal miracolo della natività a quello di una pelle tirata a lucido come le scintillanti palle natalizie. Massimo Iacono, napoletano, imprenditore e stratega a 360 gradi, dall’Olivetti alla Staminalis passando per gli orologi Sector No Limits. In tema con il Natale ha fatto brevettare la Linea Trilogy, un distillato di oli, burri vegetali, alghe, acido lipoico (presente nei tuberi), cellule staminali vegetali estratti dalle mele e altre meraviglie. Molte sciure il “cenone” se lo spalmano in faccia.

Buon Natale dal profondo a Pino Rabolini, fondatore di Pomellato nel 1967, tra le prime cinque aziende di orificeria in Europa. Venduta un paio d’anni fa. Per farsi un regalo. Lo sognava da quando era ragazzo, fare il produttore. E senza mai perdere perso il senso del gioco a 80 e passa anni ha fatto il suo primo film. Agadah è un film coraggioso e sorprendente ispirato a un romanzo di culto, Manoscritto trovato a Saragozza del conte Ian Potocki. L’autore del libro è un nobile polacco, appartenente all’alta società cosmopolita (siamo alla fine del ‘700) di casa in tutte le capitali d’Europa, un viaggiatore curioso che si spinge fino alla Mongolia. Consigliere privato dello zar Alessandro I, studioso d’antichità, esprime il sottofondo raffinatamente morboso del suo temperamento nel Manoscritto trovato a Saragozza, fino al suicidio. Leviga con cura per dodici anni il proiettile ricavato dal cappuccio d’argento di una teiera, lo porta a benedire e se lo conficca in testa. Il Manoscritto è una serie di storie di fantasmi, una dentro l’altra come scatole cinesi: “un decamerone nero” da delirio onirico. Un film e un libro che pensa in grande dal quale farsi sedurre. Aspettiamo con ansia il secondo film di Rabolini.

E per chi dà un senso al Natale, mi è arrivato un augurio, finalmente, sincero: “Siamo arrivati a San Patrignano con un bagaglio di sconfitte. Ci hanno preso per mano e non siamo più soli. Con il tempo e la fatica nel ricostruirci abbiamo ridato senso alla vita. Chi ha imparato a fare i formaggi, chi a curare la vigna, chi a intrecciare filati a telaio, chi a lavorare il legno… e continua il nostro viaggio da persone libere. Buon Natale da tutti noi”. E dalla sottoscritta.

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