L’antefatto

La storia del vaccino italiano contro l’Aids è arrivata al suo diciannovesimo anno e i risultati sono conosciuti: nessun vaccino preventivo all’orizzonte, quasi 30 milioni di soldi pubblici investiti in un progetto di ricerca che fin dal suo inizio fu giudicato del tutto superato e inadeguato da una parte consistente della comunità scientifica internazionale.

Nel 2012 insieme a Carlo Gnetti pubblicai un libro intitolato “Aids, lo scandalo del vaccino italiano” (ed. Feltrinelli)  nel quale, ne indicavamo i numerosi  punti critici sia sul piano scientifico, etico e legale senza ottenere alcuna risposta né dall’Iss, né dalla responsabile del progetto.

Dopo l’uscita del libro insieme a Duccio Facchini, giornalista di Altreconomia, scoprimmo che l’Iss aveva ceduto per 18 mesi dei brevetti, provenienti dall’attività di ricerca sul vaccino, ad una società, la Vaxxit la cui socia di maggioranza era la dott.ssa Barbara Ensoli, dipendente dell’Iss e responsabile del progetto di ricerca sul vaccino e al cui interno figurava Giovanni Cozzone, per anni consulente dell’Iss proprio per la tutela dei brevetti.

Sollevammo pubblicamente il caso, fui convocato per un’audizione, insieme al professor Aiuti, alla commissione sanità del Senato, il Consiglio di Amministrazione dell’Iss fu velocemente riconvocato, la delibera di affidamento a Vaxxit fu ritirata, il CdA fu sciolto e Lei, professor Gualtiero Ricciardi, fu nominato commissario.

Gli anni passano e Lei nel frattempo viene nominato presidente dell’Iss, ma Duccio Facchini continua a tener d’occhio la vicenda del mancato vaccino Aids e recentemente scopre che i brevetti sono stati ceduti alla Vaxxit dalla quale nel frattempo la dottoressa Ensoli è uscita vendendo le sue quote societarie. L’Iss si giustifica rispondendo che: “La cessione non è stata dunque rilasciata alla Vaxxit dall’Iss […], ma dalla dottoressa Ensoli, autore e titolare, al fine di consentirne l’ulteriore sviluppo industriale”.

Quindi la dottoressa Ensoli avrebbe ceduto ad una società privata, della quale ella stessa fino a poco tempo fa è stata azionista di maggioranza, dei brevetti provenienti da un progetto di ricerca finanziato con fondi pubblici e al quale la dottoressa Ensoli ha lavorato come dipendente dell’Iss regolarmente stipendiata con soldi pubblici.

Le domande

Riprendendo gli interrogativi sollevati dal giornalista Duccio Facchini, Le rivolgo in modo formale, alcune domande certo di ricevere in tempi brevi risposte precise, considerato l’indubbio interesse pubblico di tale vicenda:

1. Nel comunicato stampa del 16/5/2014 l’Iss scriveva che i brevetti restavano “in capo all’Iss” ma, nella lettera inviata recentemente ad Altreconomia, l’Iss scrive che la dottoressa Ensoli è “autore e titolare” dei brevetti stessi. Come spiega queste due affermazioni che paiono in evidente contrasto fra loro? Cos’è cambiato nella proprietà dei brevetti dal 2014 ad oggi?

2. Il Codice sulla proprietà industriale invocato dall’Iss prevede che “le pubbliche amministrazioni […] stabiliscono l’importo massimo del canone, relativo a licenze a terzi per l’uso dell’invenzione, spettante… alla pubblica amministrazione… nonché ogni ulteriore aspetto dei rapporti reciproci”. L’Iss ha stabilito l’importo per la cessione alla Vaxxit del brevetto? Ha definito i rapporti reciproci tra l’Iss e la Vaxxit?

3. Il medesimo Codice al comma 3 recita “Nel caso in cui […] le amministrazioni pubbliche non provvedano alle determinazioni di cui al comma 2, alle stesse compete il trenta per cento dei proventi o canoni”. A quanto ammontano i soldi che la Vaxxit ha versato all’Iss e a quanto quelli versati alla dotttoressa Ensoli?

4. Non ritiene che vi sia un evidente conflitto d’interessi nel fatto che una ricercatrice dipendente dall’Iss ceda dei brevetti acquisiti con una ricerca dell’Iss ad una società privata della quale lei stessa è stata socio di maggioranza fino a poco tempo fa?

5. Non ritiene che vi sia un evidente conflitto d’interessi nel fatto che la società alla quale sono stati ceduti tali brevetti sia oggi controllata – attraverso la 3 I Consulting srl – dal dott. Giovanni Cozzone, consulente, in anni recenti, dell’Iss proprio in materia di brevetti?

6. Non ritiene anomalo che fino all’inizio di novembre 2017 il portale dell’Iss dedicato al Centro nazionale Aids, nella pagina “Brevetti”, rimandasse il visitatore ai riferimenti personali del dottor Giovanni Cozzone?

5. E’ prassi normale che l’ISS finanzi le ricerche e che i suoi dipendenti cedano a chi pare loro i brevetti conseguiti? O il caso in oggetto è un’eccezione? E se lo è qual è il motivo e chi l’ha stabilito?

6. Come può affermare che la cessione dei brevetti ad una società con un capitale irrisorio, rispetto alle disponibilità dell’Iss, potrà “consentirne l’ulteriore sviluppo industriale”? Lei è già a conoscenza di una multinazionale farmaceutica pronta ad acquistare dalla Vaxxit tali brevetti pagandoli profumatamente?

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