Fabrizio Palenzona ha dato le dimissioni dal consiglio di amministrazione di Unicredit, nell’ambito del rinnovo della governance del gruppo di piazza Gae Aulenti deciso dall’ad Jean Pierre Mustier. Al suo posto entra nel board della banca l’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, destinato a essere nominato presidente in sostituzione di Giuseppe Vita. Fino al 2013 in Bankitalia, che ha lasciato da direttore generale per passare alla guida del Tesoro nel governo di Enrico Letta, Saccomanni resterà in carica fino all’assemblea del 4 dicembre chiamata ad approvare il bilancio di esercizio 2017 e a rinnovare l’intero cda.
“In considerazione delle esclusive qualità professionali e dell’assoluto standing di Fabrizio Saccomanni”, si legge nel comunicato dell’istituto, il consiglio “ha ritenuto che lo stesso rappresenta il candidato ideale per la posizione di presidente di Unicredit” per il prossimo mandato 2018-2021. Palenzona, indicato dalle Fondazioni azioniste, aveva già fatto un passo indietro nel marzo scorso lasciando la carica di vicepresidente “allo scopo di agevolare le iniziative di revisione della governance”. Nel 2015 è stato coinvolto nel caso Bulgarella: è stato indagato dalla Procura di Firenze con l’accusa di reati finanziari aggravati dal favoreggiamento a Cosa Nostra nell‘ambito di un’inchiesta sulle attività dell‘imprenditore trapanese Andrea Bulgarella, accusato di reimpiego di beni e di aver agevolato la mafia.
Il cda di Unicredit ha ringraziato Palenzona “per il contributo fornito ed il pieno supporto dato al processo di revisione della governance della banca” e ha aggiunto che il gruppo è impegnato a garantire che la propria governance “resti in linea con i migliori standard internazionali anche attraverso la formazione di un consiglio di amministrazione adeguato al proprio stato di unica G-Sifi (Global Systemically Important Financial Institution) italiana”.
Palenzona ha commentato con una nota: “Con il positivo completamento dell’ultima operazione di aumento di capitale, il consolidamento dei risultati della banca nei primi nove mesi successivi alla sua esecuzione e la sostanziale definizione del cantiere della corporate governance, ritengo che la mia esperienza in UniCredit sia giunta alla sua naturale conclusione”.
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