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Sinistra Italiana, la nuova campagna “ribalta i luoghi comuni”

La campagna social (e non solo) del partito guidato da Fratoianni: "Gli ultimi governi hanno condotto una vera e propria guerra ai poveri, cercando di mettere tutti contro tutti per distogliere l’attenzione dei cittadini dalle vere cause delle disuguaglianze"
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Ci rubano il lavoro! Le imprese che licenziano senza giusta causa. Sono sporchi! Gli affari delle ecomafie. Sono troppi! I fondi agli armamenti. La nuova campagna di Sinistra Italiana prende i luoghi comuni, quelli che riempiono i social network, le chiacchiere da bar e, a volte, anche i giornali e la politica, per ribaltarli con un finale a sorpresa. Un’iniziativa provocatoria che, spiegano da Si, ha l’obiettivo di dire basta ad una “guerra tra gli ultimi”. Attraverso volantini da far girare sul web ma anche da diffondere per strada, tra gli amici, i colleghi, i vicini di casa.

“Berlusconi e Monti prima, Renzi e Gentiloni poi, spinti dalle politiche di austerità di questa Unione Europea, hanno condotto una vera e propria guerra ai poveri, invece di lottare contro la povertà. Con il risultato che le disuguaglianze sono aumentate a dismisura – commenta il partito guidato da Nicola Fratoianni – Provano a metterci gli uni contro gli altri: ai precari dicono che la colpa è di chi ha un lavoro stabile, ai giovani senza pensione che la colpa è dei pensionati, ai meridionali che la colpa è di quelli del nord, a quelli del nord che la colpa è di quelli del sud, agli italiani che è colpa degli immigrati“. Una retorica che, secondo Sinistra Italiana, serve solo a distogliere l’attenzione dei cittadini dalle vere cause delle disuguaglianze.

“Se ci siamo impoveriti, se siamo precari e senza lavoro è perché pochi ricchi e potenti hanno indirizzato le scelte politiche a loro vantaggio e contro la maggior parte della popolazione. E mentre ci distraggono continuano a toglierci tutto: diritti, reddito, casa, dignità“.

“Con questa campagna cerchiamo di far capire a quei milioni di italiani che sono giustamente arrabbiati perché impoveriti che, ad esempio, a rubarci la casa o il lavoro non sono gli immigrati, ma rispettivamente coloro che speculano sul mercato immobiliare e le imprese che licenziano senza giusta causa – spiega Claudio Riccio, responsabile comunicazione di Si – Il nostro intento è inserirci anche nella chiacchiera da bar, in modo da ribaltare gli stereotipi diffusi nella quotidianità, che nascondono il volto dei veri responsabili».

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