Per il momento Cesare Battisti non sarà estradato in Italia. L’ha deciso un giudice del Supremo tribunale federale (Stf) brasiliano, Luiz Fux, che ha concesso all’ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo una misura cautelare per la quale questo non potrà essere consegnato per l’estradizione finché la stessa Alta Corte non avrà emesso un parere sulla richiesta di habeas corpus presentata dagli avvocati di Battisti, che equivale a chiedere garanzia della libertà dell’imputato. Secondo il quotidiano brasiliano O Globo è molto probabile che Fux emetterà un provvedimento che consentirà a Battisti di restare ancora in Brasile.

Cinque magistrati del Stf si riuniranno per esaminare il caso il prossimo 24 ottobre. I legali di Battisti sostengono che il governo di Michel Temer si fosse accordato in segreto con quello italiano per l’estradizione del loro assistito. Il governo di Brasilia, che secondo indiscrezioni di O Globo avrebbe pronto un piano per consegnare l’ex terrorista all’Italia, sembra però intenzionato ad agire solo dopo il pronunciamento dell’Alta Corte. Lo scenario è lo stesso del 2010, quando il Stf si dovette pronunciare sulla prima richiesta di estradizione di Battisti, avallata dall’Alta Corte ma poi annullata dall’allora presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che nel suo ultimo giorno di mandato, il 31 dicembre del 2010, negò l’estradizione dell’ex terrorista italiano.

Battisti, che è stato condannato in Italia in via definitiva all’ergastolo nel 1993 per quattro omicidi commessi negli anni Settanta ed è poi fuggito prima in Francia e poi in Brasile, si trova ora nella sua casa sul lungomare di San Paolo dopo tre giorni di carcere nel Mato Grosso. La scorsa settimana, infatti, l’ex membro dei Pac era stato identificato al confine con la Bolivia, mentre tentava di lasciare il Brasile, ed era stato arrestato per sospetto traffico di valuta e riciclaggio.

Anche se un giudice d’appello gli ha concesso la libertà provvisoria, per mancanza di prove, nel governo brasiliano si è fatta strada l’idea che un crimine di natura fiscale potesse rafforzare le motivazioni giuridiche per la sua estradizione in Italia, a cui l’attuale presidente brasiliano Temer si è detto favorevole. Ieri il ministro della Giustizia brasiliano, Torquato Jardim, ha detto in un’intervista alla BBC che l’ex membro dei pac ha “rotto il rapporto di fiducia” con il Paese e che il suo tentativo di fuga in Bolivia è stato un punto di non ritorno.

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