Cesare Battisti parla ai giornali di San Paolo, si difende, accusa l’Italia. Ma la sua posizione è sempre più in bilico e i rapporti con il Paese che lo ospita al minimo storico. L’ultima conferma è arrivata da Torquato Jardim, ministro della Giustizia brasiliano, secondo cui l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo ha “rotto il rapporto di fiducia” con il Brasile. In un’intervista alla BBC, l’esponente del governo Temer ha sottolineato che il tentativo di fuga di Battisti in Bolivia è stata un punto di non ritorno: “Ha cercato di uscire dal Brasile senza una ragione precisa, dicendo che stava andando a comprare materiale da pesca – ha detto – Ma ha rotto il rapporto di fiducia perché ha commesso un illecito e lasciava il paese, con denaro oltre il limite consentito, senza motivo apparente”. Parole che potrebbero anticipare la decisione del presidente brasiliano di revocare l’asilo politico a Battisti, concedendo l’estradizione in Italia.

A prendere una posizione netta a favore di questa ipotesi è stato anche il sindaco di San Paolo João Doria, in questi giorni a Milano per una serie di incontri istituzionali: “Adesso abbiamo un governo veramente democratico in Brasile e non possiamo dare protezione a un criminale. L’estradizione deve essere fatta” ha detto Doria dopo aver incontrato il primo cittadino di Milano Giuseppe Sala. Nel frattempo, il diretto interessato continua ad attaccare l’Italia, accusata di essere “un paese così arrogante”. In un’intervista al quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo, l’ex terrorista ha sottolineato che a Roma “sono convinti che sia un compito per loro facile portarmi via” dal Brasile, definendo l’atteggiamento italiano nei suo confronti come un’espressione di “orgoglio e vanità”. Poi, rivolgendosi direttamente a Temer, ha detto che il presidente ha l’occasione di compiere “un grande atto di giustizia e umanità” nei suoi confronti: “Vorrei che prendesse coscienza profonda della situazione – ha aggiunto Battisti – anche perché ha tutti gli strumenti giuridici e politici per fare un atto di umanità e lasciarmi qui”. In merito alle accuse di aver tentato la fuga, invece, Battisti fornisce un’altra versione dei fatti: “La mia arma per difendermi non è fuggire. Mi trovo dal lato della ragione, ho tutto dalla mia parte” ha dichiarato, spiegando che “sono in prescrizione dal 2013 e non si può tornare indietro dopo cinque anni”, riferendosi alla decisione dell’ex presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, di concedergli asilo politico nel 2010.

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