Lo scenario è quello della battaglia navale. Identico, inequivocabilmente ritmato dal susseguirsi delle fatidiche espressioni “colpito” e “affondato” cui un giocatore è costretto a replicare alla dichiarazione delle coordinate alfanumeriche dell’avversario.

Prima la piattaforma Rousseau, poi il blog di Beppe Grillo, e quindi quello delle Stelle. Se ora si esagera a parlare di una Caporetto del Web, forse qualcuno in precedenza ha eccessivamente enfatizzato l’infallibile magnificenza della democrazia digitale, dimenticando che in Rete c’è sempre qualcuno che vale più di uno e non esita a dimostrarlo.

Gli arrembaggi alla flotta telematica del Movimento 5 Stelle sono una sfaccettatura della vita di Internet, universo che chi conosce davvero sa non assicurare supremazia permanente nemmeno ai più bravi.

Ho osservato quanto accaduto senza stupirmi, consapevole della vulnerabilità di determinati strumenti e sinceramente preoccupato per certe tronfie dichiarazioni con cui si reclamizzava la panacea virtuale al cattivo governo del nostro povero Paese. La perfezione non è di Internet, senza dubbio insuperabile modalità di comunicazione e informazione ma altrettanto certamente fallace strumento di effettiva e paritetica partecipazione sociale.

Avendo cominciato a muovermi in questa affascinante dimensione ancor prima che arrivasse il world wide web e che queste cose diventassero fenomeno di consumo, ne sono persuaso da sempre. E’ più facile che questo contesto si presti alla sopraffazione che alla democrazia. C’è sempre qualcuno più forte, organizzato, semplicemente capace che è pronto ad approfittarne, ben lontano dall’auspicare l’uguaglianza universale, per poi dare ordini e disporre il futuro degli altri.

Ne ho scritto in passato ripetutamente, ad esempio in due edizioni di Nomos & Khaos, Rapporto Nomisma sulle prospettive economico-strategiche, nel 2013 e poi nel 2014 [qui il pdf] elaborati che chi è pronto a scatenarsi in commenti caustici al mio post farebbe bene a leggere prima di dar luogo alla democratica manifestazione del suo pensiero.

Le mie opinioni sono già state oggetto di gratuita speculazione da parte di chi – come il periodico Formiche prima a firma di Michele Arnese e poi di Michele Pierri – voleva trovare una spaccatura tra me e un Movimento cui non sono mai stato iscritto. Le mie parole erano e restano frutto di una visione asettica dello scenario, nella inossidabile convinzione che quanto rappresentato non ha un colore né una bandiera ma si adatta a qualsivoglia compagine intenda seguire una determinata strada.

La guerriglia di questi giorni dimostra appieno la fragilità delle soluzioni tecnologiche cui si intende affidare il proprio destino, palesa la poca riservatezza che avviluppa informazioni riservate come l’adesione o l’elargizione di somme ad una entità politica, evidenzia che le vittime di certi attacchi cibernetici non sono i bersagli dichiarati ma la miriade di soggetti i cui dati personali sono indebitamente divenuti pubblici. E a quest’ultimo proposito le responsabilità non sono soltanto dell’aggressore ma anche e soprattutto di chi doveva custodire certe informazioni con ogni cautela e in maniera da scongiurarne la diffusione.

L’eccessiva attenzione al fantomatico R0gue_0 e la presunta riconducibilità di tale nickname ad un ben determinato specifico soggetto è ulteriore dimostrazione di abbacinazione collettiva. Balilla e Davide non sono personaggi dell’universo elettronico: le azioni rocambolesche di questi giorni non sono gesti individuali ma sono congegnate in modo strutturato, magari con una precisa e dettagliata pianificazione degli eventi cui dar corso per ottenere una specifica escalation.

Non devono impressionare le informazioni illecitamente pubblicate, ma deve spaventare quel che – ugualmente sottratto – non è stato reso noto ma tesaurizzato per un successivo possibile impiego.

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