Alcuni bambini possono soffrire di disturbi evolutivi di autocontrollo, sono troppo vivaci, la loro capacità di attenzione può essere particolarmente limitata e agiscono senza prima pensare alle conseguenze dei loro comportamenti. In questo caso può essere riscontrata l’ADHD. Ed è proprio la patologia di cui è affetta la bimba di Giorgia Bettelli. La piccola, dotata di una plusdotazione cognitiva (un quoziente intellettivo notevolmente superiore alla media) è iscritta ad una scuola primaria di Roma ma le due figure che si sono avvicendate come insegnanti di sostegno non avevano una specializzazione consona per gestirla. In seguito alle nomine avvenute a fine ottobre la prima veniva sostituita con un’altra addirittura alla prima esperienza lavorativa. “Come aiuto in classe – afferma Bettelli – avevamo a disposizione un docente di sostegno che, in realtà, non aveva nessuna competenza per disturbi come quelli di mia figlia e altre patologie simili”. Inoltre l’educatore alla comunicazione cambia continuamente, a causa delle nuove assegnazioni effettuate dal Comune alle varie cooperative appaltatrici, precisa la mamma. Può arrivare un bravissimo educatore con la giusta specializzazione per l’alunno da seguire, ma il problema è che può essere mandato via da un giorno all’altro. Così quest’anno “abbiamo dovuto ricominciare da capo, con una nuova figura professionale, che non sappiamo se sarà in grado di occuparsi correttamente di mia figlia”. Tali cambiamenti, a volte repentini, gettano i bambini e la loro famiglia in uno stato di “sconforto e insicurezza“, creando “paure ed ansie” per il futuro in quanto ogni piccola novità imprevista “genera sofferenza profonda in questi alunni con disabilità che hanno bisogno di stabilità e competenze di alto livello”.

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