Il tempo dei sindaci arancioni sembra destinato al tramonto: cinque anni dopo, l’alleanza di centrosinistra resiste – tra le città capoluogo – solo a Cagliari. Qui la linea renziana del Pd per il momento non ha sfondato e il sindaco vendoliano Massimo Zedda, che a 35 anni vinse a sorpresa primarie e Comunali in una città tradizionalmente di centrodestra, cerca la riconferma. Qui il patto Pd-Sel resta, mentre nel resto d’Italia tutto è cambiato, nonostante l’appello che proprio Zedda firmò qualche tempo fa con gli altri colleghi arancioni Pisapia e Doria. Certo, l’eventuale bis del sindaco sarà un po’ meno puro del suo esordio, come ricordano i detrattori. Qui non ci sono i verdiniani, ma a sostenerlo ci sono 11 liste: tra queste l’Unione popolare cristiana e il Partito sardo d’azione, da sempre ballerino tra i due schieramenti. Tra i candidati infatti ci sono anche ex assessori comunali di giunte di centrodestra. Per giunta per il Pd è un periodo delicato, anche perché va al voto senza un segretario dopo le dimissioni di Renato Soru per la condanna per evasione fiscale. La scelta è stata rinviata per evitare intoppi durante la campagna elettorale.

Zedda, 40 anni, è stato eletto cinque anni fa al secondo turno, sull’onda dell’entusiasmo della sua base fatta di giovani volontari. Prima ancora, alle primarie, aveva travolto un pezzo da novanta: il senatore Pd Antonello Cabras. La festa in piazza per l’elezione di Zedda aveva i colori rosso e blu (quelli della squadra di calcio), il neosindaco – allora 35 anni, il più giovane di un capoluogo – era acclamato su una specie di pedana al ritmo dello slogan, Ora tocca a noi. Aveva sorpassato con una forbice del 19 per cento l’avversario, Massimo Fantola (centrodestra). Di quei giorni Cagliari ha perso in parte la spontaneità e la spinta emotiva. In mezzo cinque anni di amministrazione in certi casi sofferta: i guai dello stadio e soprattutto quelli del Teatro lirico che hanno coinvolto in prima persona il sindaco. La sua assoluzione in primo grado ha dato il via alla campagna elettorale, fino a quel momento non particolarmente frizzante. Tra le critiche delle opposizioni, quella di essere la guida di un Comune che pensa solo alle piste ciclabili e dei lavori pubblici (tra tutti il lungomare Poetto, le passeggiate in centro).

massiddaL’avversario del sindaco-ragazzino (già in carica come consigliere regionale) è Piergiorgio Massidda, 60 anni, medico, politico di lungo corso. Si presenta con Cagliari 2016 e una miriade di liste civiche anche se rappresenta l’area di centrodestra. Forti le sue radici a Roma dove è stato eletto per cinque legislature con il Popolo della libertà sia alla Camera che al Senato. Ma è saldamente ancorato alla Sardegna e alla sua città di cui è stato anche presidente dell’Autorità portuale, carica poi dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato per una questione di “competenze”. Al momento è vicepresidente di Assoporti, nonché di Cagliari free zone, la zona franca doganale del porto. Si presenta come il candidato delle liste civiche ma in realtà è sostenuto ufficialmente dai partito come Forza Italia e Fratelli d’Italia con i simboli declinati in chiave locale: al posto di Italia, Cagliari. Dietro i partiti ufficiali, pochi endorsement pubblici – tra i primi quello dell’ex presidente della Regione berlusconiano, Ugo Cappellacci – e qualche dissidente recuperato via via. Con lui anche il deputato montiano Pierpaolo Vargiu (Riformatore Sardo e deputato montiano) che ha rinunciato alla sua corsa autonoma e, dopo mesi di corteggiamenti e dinieghi reciproci, è stato fagocitato nella coalizione. Da tempo Massidda ha avviato un battage sulla sua immagine e comunicazione, anche sui social network. E controbatte con lo Zeddometro, “rilevatore di balle e promesse in fumo”.

Sullo sfondo di una battaglia, che deve ancora incendiarsi, una città in cui il turismo non fa ancora da volano. Bocciata alla corsa di capitale europea della cultura nel 2019 e in cui si tasta il malcontento di alcuni operatori del settore. C’è il dramma regionale dei trasporti con la cosiddetta fuga di Ryanair per cui si fanno sentire soprattutto i primi cittadini del Nord dell’Isola ma che coinvolge anche lo scalo del capoluogo. La linea è quella del silenzio, nell’asse Regione-Comune: dal presidente antonietta martinezPigliaru al sindaco Zedda. Anche per il futuro del polo Manifattura tabacchi, in pieno centro, tratteggiata, restaurata anni per diventare la Fabbrica della creatività da ora va verso un’altra direzione: assegnazione a Sardegna Ricerche, partecipata regionale.

I candidati alle Comunali di Cagliari sono in tutto sette, ma la gara è a due, tra Zedda e l’ex senatore Pdl, Piergiorgio Massidda. Attorno gli altri. Antonietta Martinez per il Movimento 5 stelle, scelta con il metodo delle Comunarie online (150 voti su 207 totali)Enrico Lobina, finora consigliere di maggioranza, sostenuto dagli indipendentisti di ProgReS e Lobinadall’ala di sinistra confluiti in Cagliari Città capitale (tra i suoi cavalli di battaglia la gestione dei rifiuti). Gli altri candidati sono esordienti: Alberto Agus, avvocato, 43 anni appoggiato dal Popolo Della Famiglia, il movimento di Mario Adinolfi, vicino alle Sentinelle in piedi; poi ancora Paolo Matta, giornalista, 61 anni, con la cattolica La Quinta A, infine il vicepresidente del consiglio comunale uscente Paolo Casu, funzionario Asl, 52 anni (gruppo misto: un passato da Sel al Psd’Az) che si candida con una coalizione di liste civiche, Insieme onestamente per Cagliari. In campo un esercito di candidati consiglieri: una cinquantina di liste, oltre 1400 in lizza: santini nelle strade e sui social network.

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