Il controllo governativo americano (e non solo) sulle attività dei cittadini online ci ha reso tutti paranoici, ma rischia anche di renderci più ignoranti. Jonathon Penney, dell’università di Toronto, ha infatti studiato il traffico generato da Wikipedia e ha scoperto che, a seguito delle dichiarazioni di Edward Snowden sulle attività di controllo dell‘Nsa, gli accessi ai documenti relativi al terrorismo sono crollati rapidamente del 30%. L’analisi di Penney ha tenuto conto di circa 48 argomenti che l’Nsa controlla sui social media, come Al Qaeda, Iran, Nigeria, jihad, tutte sezioni che hanno avuto un drastico crollo di accessi negli ultimi mesi, nonostante la loro rilevanza culturale come argomenti di cronaca.
Interessanti anche le considerazioni sulle ricerche su Google, che sono diminuite del 5% su alcuni termini relativi al terrorismo dopo il giugno 2013, mese in cui sono emerse le rivelazioni di Snowden. Da evidenziare anche il fatto che sono fortemente in crescita, in corrispondenza di questi dati, anche diversi tool di protezione della privacy, a conferma di una esigenza ormai diffusa nel navigare online. E’ allarmante vedere come l’azione di controllo digitale dei governi stia spaventando normali cittadini dall’informarsi, rendendo quindi potenzialmente molto più esposti i nostri paesi nel prendere decisioni sul tema terrorismo non corroborate da una opinione pubblica solida.
La paura ci frena e questo perché non ci fidiamo del fatto che chi ci controlla sappia capire i dati che analizza. Questi dati potrebbero essere utili nella causa intentata contro l’Nsa e il dipartimento di Giustizia americano dalla Aclu, la American Civil Liberties Union, proprio sugli effetti dello spionaggio sulle ricerche degli utenti, contestando una violazione del quarto Emendamento.
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